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Inquinamento, Simonaggio: per non morire di mal d'aria...

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 16 Novembre 2015 alle 17:00 | 0 commenti

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Riceviamo da Ilario Simonaggio, CGIL Veneto, e pubblichiamo

La Pianura padana, Lombardia e Veneto in testa, sono da giorni con sforamenti costanti di PM10 e PM2,5. Si dice che l’attuale alta pressione è un comportamento anomalo della stagione autunnale che nulla centra con “l’estate di S. Martino”. Sarà. Certo che ormai ogni stagione è ricca di comportamenti anomali che ben inquadrano gli sconvolgimenti climatici che hanno origine dai comportamenti umani. 

In Veneto sono fuorilegge 6 capoluoghi di provincia su 7, con la palma di maggiore città inquinata a Vicenza. Non se la passa bene nemmeno Belluno che ha fatto in questo ultimo anno un notevole balzo in avanti da 2 a 25 sforamenti, restando comunque  l’unica città che rientra nei parametri di legge (35 sforamenti quotidiani di PM10 40 mg/m3 su base annua).

Il fallimento delle politiche neoliberiste all’insegna della riparazione del danno ambientale sono sotto gli occhi di tutti e stanno condannando a morte il pianeta e i suoi abitanti.

70.000 decessi all’anno, in costante crescita, a causa dell’inquinamento sono i numeri freddi di come la pessima qualità dell’aria incida nella condizione di salute della popolazione italiana.

Tempo a disposizione per invertire la condizione oggettiva di difficoltà della Terra, né rimane sempre meno e bisogna spingere perché siano assunti celeri provvedimenti di riduzione del danno.

Salutiamo positivamente il mantenimento a Parigi della Conferenza internazionale del clima in programma dal 29 novembre p.v., nonostante la condizione di sconvolgimento portata da terroristi assassini venerdì 13 novembre 2015 nella capitale francese. Siamo convinti che serve un approccio globale urgente per salvare il pianeta perché il diritto: all’ambiente, alla vita, alla pace, alla sicurezza è una condizione generale che per funzionare deve valere per tutti a prescindere dal luogo natio, dalla religione professata, dalla condizione professionale o sociale.

La Pianura padana è uno dei luoghi estesi più inquinati di tutto il pianeta. Servono misure radicali che riducano le immissioni di inquinanti in atmosfera.

Per farlo bisogna incentivare comportamenti collettivi e individuali di minore impatto ambientale, offrendo reali alternative allo stato di cose presente.

Da un lato si deve porre un argine al riscaldamento con la riduzione dei combustibili fossili puntando decisamente in direzione di fonti energetiche rinnovabili, alla produzione di automobili con minori consumi e carburanti a bassi impatto ambientale, alla messa al bando di produzioni e imprese altamente inquinanti; dall’altro bisogna compiere scelte decise al favore del trasporto pubblico con modalità e mezzi a basso indice di inquinamento.

La Regione del Veneto, tramite i suoi amministratori, continua a ripetere il ritornello stantio che “non può imporre misure centralizzate uguali per siti regionali diversi ed è in attesa che il Consiglio Regionale esamini le linee guida del Nuovo Piano dell’Aria approvato dalla Giunta, lo scorso mese di agosto”.

Si dovrebbe, invece di proporre pannicelli caldi di nessuna utilità, operare scelte radicali a favore dell’ambiente, con il potenziamento di misure pubbliche sostenibili, con incentivi/disincentivi secondo il principio che chi inquina paga accompagnati da un secco stop al consumo di territorio regionale agricolo o vergine.

I comuni, a partire dai capoluoghi di Provincia dovrebbero smetterla di considerare il trasporto pubblico locale la cenerentola degli impegni o la “seccatura” delle loro preoccupazioni. Servono più corsie riservate e protette per la marcia urbana dei mezzi pubblici che consentano una maggiore velocità commerciale e una maggiore appetibilità per attrarre nuova utenza e che permettano una secca riduzione degli spostamenti cittadini tramite l’auto privata; mezzi e soluzioni nuove meno inquinanti del parco automobilistico pubblico e privato, insomma la definitiva scelta prioritaria a favore dell’ambiente e della qualità della vita.

Aderiamo convinti alle manifestazioni di questi giorni perché serve conquistare consapevolezza che ci troviamo in presenza di fenomeni strutturali, tutt’altro che passeggeri, sui: flussi migratori e sulla necessità di accogliere e integrare; sul modello produttivo che deve virare a favore di soluzioni produttive ecocompatibili e sostenibili; sull’urgenza di assumere accordi globali a favore del clima che riducano sensibilmente le immissioni in atmosfera.

Indichiamo l’appuntamento nazionale per condizionare il vertice mondiale sul clima.
A Roma, il 29 novembre uno degli eventi della grande marcia globale.

Appuntamento alle ore 14 in piazza Farnese

Leggi tutti gli articoli su: cgil, inquinamento, Ilario Simonaggio

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