Riforma Delrio. CGIL: Consapevoli dello sforzo, ma le risorse sono ridotte
Mercoledi 4 Novembre 2015 alle 10:08 | 0 commenti
CGIL VenetoÂ
Il Consiglio regionale del Veneto ha votato la Legge regionale N°19 del 29 ottobre 2015 che dispone il riordino delle funzioni amministrative provinciali, in applicazione della Legge N° 56 del 7 aprile 2014 (cosiddetta riforma Delrio).
Il Consiglio dentro i termini temporali di Legge ha assolto il compito costruendo una soluzione necessaria a garantire la continuità dei servizi, e non certo ultimo, la continuità occupazionale per il personale delle province. Siamo consapevoli delle difficoltà dei bilanci degli enti locali e del generoso sforzo fatto dal bilancio regionale per garantire per il triennio 2015 – 2018 una condizione di risorse indispensabili per la prosecuzione delle attuali funzioni provinciali. Le buone notizie si fermano qui. La proposta di legge di stabilità 2016, interviene nuovamente con riduzione di risorse a favore degli enti di area vasta, pregiudicando il consolidamento necessario dei nuovi equilibri sia pure in riduzione, a seguito dei tagli operati della Legge di Stabilità 2015. Siamo convinti che servono ripristinare i fondi, non meno di 500 milioni di euro tra costi del personale e costi funzioni delegate, a favore delle aree vaste e delle citta metropolitane come espressamente richiesto dalle rappresentanze istituzionali delle autonomie locali. Il Parlamento è chiamato a modificare il disegno di legge “Stabilità 2016†per garantire le necessità imprescindibili di risorse vincolate a favore di queste province trasformate dalla Legge Delrio. Senza questo recupero di “agibilità istituzionale†è quasi impossibile per molti governi di area vasta assicurare il pagamento delle spese del personale e lo svolgimento minimo delle deleghe assegnate. Nelle deleghe fondamentali assegnate ci sono diritti fondamentali come quello alla istruzione e alla mobilità che devono essere offerti in condizioni di sicurezza pro attiva per scuole e strade. Il Consiglio Regionale ha di certo perso l’occasione di fare il necessario riordino dell’architettura istituzionale del rapporto tra Regione, Citta Metropolitana di Venezia, Province. Dopo 18 mesi dalle disposizioni note di riordino della “sussidiarietà verticale†si è approvata la Legge Regionale N°19/2015 decidendo di rinviare molte dei temi delegati e propri di decisioni regionali.
Come è noto l’incertezza istituzionale genera una condizione oggettiva di indeterminazione e di insicurezza e di fuga dalle responsabilità . Avremo senz’altro preferito una adeguata preparazione regionale del riordino con indicazioni strategiche e programmatiche chiare che coniugasse:
Collaborazione fattiva tra Enti con indicazioni socio economiche dettagliate su semplificazione, integrazione attività , gestioni unitarie. Ridurre centri di spesa e burocrazia, mettere sotto controllo sprechi e sperperi dovuti a ridondanza strutture e frammentazione competenze, aumentare efficienza ed efficacia dell’azione pubblica sono solo alcune delle indicazioni che si poteva agire negli spazi assegnati dalla Legge.
Indicazioni ordinate, condivise con gli enti locali interessati, relative ai compiti della città metropolitana di Venezia e della “specificità †di Belluno. Di certo l’ennesimo rinvio non origina scelte improvvisate o peggio sbagliate, ma ancora una volta dà senso e misura della incapacità del decisore regionale.
Scelte su aziende e servizi partecipati che facessero crescere fusioni, integrazioni, economie di scala mirate a garantire maggiore economicità delle gestioni e riduzioni significative della spesa. Il Consiglio Regionale si riserva di attribuire, altre funzioni agli Enti di area vasta, producendo nuova incertezza sulla stabilità necessaria a ben operare. I cittadini veneti danno giudizi precisi su quantità e qualità dei servizi erogati, sul corrispettivo pagato nel caso di servizi a rilevanza economica, e mal sopportano l’ipotesi che al neo centralismo romano sia affiancato un nuovo centralismo veneziano. Il rinvio disposto agli articoli 1c.4, 3 c.3, 4, cui si sommano le indicazioni transitorie degli articoli 5, 6 e 8 danno la misura delle decisioni non adeguatamente istruite nei casi che dipendono direttamente dal legislatore regionale. Siamo convinti che si debba procedere nel rispetto delle parti interessate, tra cui rientrano senz’altro le organizzazioni sindacali, evitando forzature e decisioni strumentali dato che si tratta di materie fondamentali per la vita delle persone. Nel riordino delle funzioni pesa la qualità della proposta, la capacità di attivare processi virtuosi di valorizzazione delle competenze professionali e strumentali finalizzati a eliminare doppioni e duplicità e migliorando la percezione complessiva dei cittadini sull’attività della pubblica amministrazione. Nella attribuzione o conferma di altre funzioni si deve garantire una ripartizione adeguata di risorse umane, economiche e strumentali che generi almeno il mantenimento della capacità di intervento sulle deleghe assegnate o trasferite ( vedi nota allegata della segreteria CGIL Veneto sulla viabilità ). Ci sono poi casi noti di accentramento regionale, almeno per le attività burocratiche – amministrative, che meglio garantiscono i servizi e i cittadini perché riducono i costi di gestione, compresi quelli di sovrastruttura, e consentono una comune matrice tecnica di gestione dei servizi (acqua, rifiuti, trasporto pubblico locale, viabilità ). In definitiva si istruisca adeguatamente questa fase di riordino perché integrazione, leale collaborazione, sussidiarietà tra Enti locali siano il volano della proposta da avanzare nei prossimi 60 giorni indicati dalla legge regionale.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.