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Non blateri ora sulla Popolare di Vicenza chi prima ha taciuto: le farebbe ancora più male

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 2 Ottobre 2015 alle 23:38 | 0 commenti

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Dopo disinteressamenti e amnesie che durano da anni, da quando prima era prevedibile e poi chiaro in quale voragine i vertici targati "presidenza Zonin" stavano spingendo la Banca Popolare di Vicenza e in quale disperazione stavano cacciando le decine di migliaia di azionisti, specialmente quelli che Zonin, Sorato, Zigliotto e la stampa cosiddetta locale avevano spinto ad aderire alle ultime operazioni sul capitale, i politici, nazionali ma con legami locali, i media, gli imprenditori e i sindacati locali stanno inscenando una sarabanda mediatica che non cancella le loro responsabilità e le loro collusioni.

Ci dispiace, sul serio solo per i risparmiatori defraudati, ricordare ancora una volta che VicenzaPiù è dal 2010 che in solitaria locale ma con una narrazione  e un interpretazione dei fatti confermata già da allora da giornali come Il Sole 24 Ore, Il Corriere della Sera e L'Espresso, tanto per fare alcuni esempi.

Alcuni, i più avvinghiati alla Vicenza peggiore, fatta di pochissimi a svantaggio di moltissimi e che tutti si augurano che defunga definitivamente, si ostinano ancora ad anacquare le responsabilità di chi, dopo aver fatto indubbiamente crescere la Banca, l'ha poi, per ciò stesso, immaginata tutta propria ed asservita alle proprie brame di controllo sulla città e sul territorio.

Dov'erano, però, allora media, sindacati, imprenditori e politici targati Vicenza che, da sempre beneficiati, supportati o anche solo adulati dall'Istituto gestito da Zonin e dal suo Cda, con Zigliotto e Zuccato in prima linea allora a fare le testuggini in attacco in nome della magnificenza della Vicenza che rappresentavano e ora a giocare da vecchi stopper abbarbicati sulle proprie poltroncine da cui per conto terzi condizionavano la (cattiva) politica locale, incoraggiavano la parte peggiore dell'imprenditoria locale a percorrere strade, che, complici i sindacati confederali locali, hanno portato allo svuotamento delle migliori risorse del territorio, e influenzavano l'informazione a scapito dei cittadini/lettori/risparmiatori? 

Dove erano quelli che oggi condannano, propongono, protestano non avendo fatto nulla di minimamente analogo quando ai vertici c'erano coloro che con le loro scelte, le loro decisioni e i loro stravolgimenti della realtà stanno costringendo ora l'attuale Ad Francesco Iorio e il suo management a prendere decisioni dure, indigeste e drammatiche, di sicuro, ma indispensabili per tappare i buchi fatti da chi che prima veniva da tutti osannato e riverito?
Queste decisioni hanno tra gli altri due obiettivi di base.

1 - Non far valere zero quello che Zonin & c. dicevano che valesse 62.50 euro "rifilando" a quel prezzo  azioni ai cittadini ignari, elettori di certi politici, dipendenti di imprenditori compiacenti, lettori di una stampa irregimentata.

2 - Togliere la gestione di quel che rimane della Popolare di Vicenza (per poi, ecco la scommessa di Iorio, rilanciarla con le sue giuste dimensioni e con la mission esclusiva di fare banca) dalle mani della mala politica, dove politica oggi significa non più confronto di visioni ma magheggi tra chi si fa eleggere per rappresentare certi interessi, chi ha questi interessi come must e chi non li svela).

Basta allora con le parole che, se oggi sono forse solo un modo per coprire i silenzi complici di prima o in certi casi, come gli appelli a commissariamenti peraltro già in atto, anche l'estremo tentativo di far risorgere qualche vecchio dinosauro, di sicuro danneggiano ulteriormete la Nuova BPVi, che ha bisogno di tutto fuorchè di parole oggi fuori tema, visto che sono mancate quelle che avrebbero aperto gli occhi in tempo utile.

Si facciano, quindi, lavorare per il passato la magistratura, controllando ovviamente che faccia quel che per anni anch'essa ha trascurato di fare, e per il futuro Francesco Iorio, spingendolo a risanare, ricostruire, rilanciare ma contemporaneamnete a ridurre, il massimo del poco che tecnicamente e onestamente si può, i danni soprattutto agli ultimi azionisti e ai dipendenti, che prima, però, erano evidentemente troppi (altre malagestio locale) e che hanno beneficiato di un'occupazione improduttiva se non costosa.

Iorio ha detto che la Banca non farà più politica (che rivoluzione e che scommessa per Vicenza!) e gli crediamo se non altro perchè i numeri attuali lo obbligano a concentrarsi sui dati.

La politica, col mondo che le è succedaneo o di cui è succedanea, smetta quindi di occuparsi di banca perchè tutte le volte che la politica l'ha fatto (un caso per tutti MPS) ha solo fatto disastri.

E le banche imparino la lezione che hanno dato al sistema le regole e i controlli della BCE, non certo quelli di Bankitaia che a Vicenza sono stati fin troppo melliflui: smettano di andare a cena con certi politici, con pseudo imprenditori e con giornalisti di parte che, con chi tra i sindacalisti è pronto a sedere in fondo al tavolo pur di sedersi lì, sono ospiti spesso ruffiani e, quindi, sempre pronti a cambiare padrone.

Tanto i danni li pagano sempre azionisti e dipendenti, quelli buoni.


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