Indipendenza Veneta: sì a Banca Popolare Veneta
Mercoledi 23 Settembre 2015 alle 18:27 | 0 commenti
Nota della Consulta economia di Indipendenza Veneta
I Veneti corrono il grave rischio di perdere il controllo delle loro banche popolari. E questo nel totale silenzio dei politici che dimostrano in tal modo ancora una volta la loro pochezza. Oltre alle troppo piccole casse rurali, le banche popolari sono le sole rimaste sotto il controllo dei Veneti.
E senza banche venete non si fa politica economica e industriale veneta, bensì si dipende da gruppi di potere e di interesse esterni al veneto. Senza banche del territorio non si servono le industrie venete e non sta in piedi il tavolo di concertazione tra Istituzioni pubbliche, sistema finanziario, associazioni sindacali dei lavoratori e associazioni datoriali unico strumento dove si possono sostenere i processi di ristrutturazione industriale e salvaguardare aziende e posti di lavoro. Viene a mancare una delle gambe del tavolo della concertazione “modello bavarese†che consente alla Baviera di amministrare sia la crescita e lo sviluppo economico e sociale sia le situazioni di crisi industriale.
Dopo la “banca cattolica del veneto†che fu sacrificata per salvare il disastrato banco ambrosiano veneto di Calvi e le “casse di risparmio†che furono fuse con il “credito italiano†che ne assunse il controllo, unico caso in cui un pesce più piccolo si è mangiato quelli molto più grandi di lui, ora è venuto il momento di perdere anche le popolari venete?
Indipendenza Veneta dice NO! E si mobilita per smuovere le coscienze, smuovere la silente politica e sostenere le associazioni che stanno in solitudine difendendo questo straordinario patrimonio dei veneti, in primis l’associazione presieduta dal giudice Schiavon e il comitato di azionisti “per veneto banca†aggregatosi intorno a Carraro e Zago.
Indipendenza Veneta, intende assumere una chiara e decisa posizione sul tema appoggiare i comitati costituitisi e mobilitare i suoi iscritti, molti anche piccoli azionisti delle popolari, a difesa dei nostri istituti di credito.
Indipendenza Veneta ritiene che le banche popolari venete siano sostanzialmente banche sane anche se in questo momento si trovano in una situazione di debolezza conseguenza delle sofferenze sui crediti che la crisi del sistema industriale veneto ha determinato. Sono a nostro avviso pienamente in grado di riprendere la loro funzione di banche del territorio.
Denunciamo con forza come interessi esterni e ostili al Veneto, sia in Europa sia in Italia, stiano approfittando di questa situazione di debolezza per toglierle di mezzo. Ecco come.
In primis si è mossa la grande finanza che non tollera oltre un sistema basato sul voto capitario (un voto a testa a prescindere dalle azioni possedute) dove il potere e il governo bancario sfuggono al suo controllo.
La banca centrale europea, sta pilotando il processo di riassetto del sistema bancario europeo, e induce la banca d’Italia ad avviare straordinarie verifiche ispettive che producono due risultati, obbligare a grandi accantonamenti a copertura dei crediti dubbi con riflessi pesanti e negativi sui bilanci aziendali e far pulizia degli amministratori bancari espressi democraticamente sostituiti con altri “foresti†in linea con i voleri dei poteri esterni. E se ci sono problemi arrivano pure la Guardia di Finanza e le Procure della Repubblica che completano il totale rinnovamento della governane della banca. Risultato, bilanci in forte perdita, nessuno compra più le azioni delle popolari, i risparmi dei Veneti vanno in fumo con la svalutazione delle azioni del 20% (ma sarà del 60% a fine processo), proteste degli azionisti, risparmiatori veneti, piccoli imprenditori, artigiani e commercianti che non riescono più a smobilizzare i propri capitali.
Arrivano nuovi amministratori paracadutati ed etero diretti che non fanno certo gli interessi dei veneti e degli azionisti veneti e che con sollecitudine avviano i processi di capitalizzazione e trasformazione a prescindere dalle forti perdite di valore dei titoli agevolando in tal modo i mercati finanziari nella conquista a buon mercato delle banche venete. Ecco allora pronta una legge (governo Rienzi) che obbliga le popolari a trasformarsi in società per azioni eliminando qualsiasi possibilità di difesa dei piccoli e piccolissimi azionisti e rendendo le banche conquistabili da parte dei soliti noti che, non con i propri soldi ma con i soldi di altre banche, porteranno le popolari ai necessari salvataggi, e che potrebbero ringraziare Rienzi fondendo le popolari con il Monte dei Paschi di Siena bisognoso di nuovi capitali.
Indipendenza Veneta dice NO! All’esproprio che si sta attuando.
Indipendenza Veneta dice SI! all’ Indipendenza e autonomia delle banche popolari venete.
Indipendenza Veneta sostiene in ogni modo le associazioni degli azionisti che stanno difendendo il valore dei loro
titoli, frutto dei risparmi e insieme l’integrità delle banche venete.
Indipendenza Veneta chiede alla politica e al governatore del Veneto di assumere ogni iniziativa per salvaguardare il sistema bancario veneto, elemento essenziale per ogni politica e programmazione economico industriale.
Indipendenza Veneta dice sì alla Banca Popolare Veneta come risultante della fusione delle popolari venete.
Resta comunque inteso che Indipendenza Veneta auspica che la magistratura possa fare chiarezza su ogni eventuale responsabilità addebitabile ai dirigenti delle banche che ora sono indagati.
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