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Il Corriere del Veneto fa sua la nostra tesi sulla corsa alla presidenza di Confindustria. Concordano Zamperla, Gaianigo e Bernardi

Di Gianfri Bogart Sabato 12 Marzo 2016 alle 13:19 | 0 commenti

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Ci fa piacere proporvi, nella nostra rassegna stampa pressochè quotidiana, l'articolo sulla prossima elezione del presidente di Confindustria Vicenza scritto dal collega Federico Nicoletti sul Corriere del Veneto che, titolandolo "Confindustria Vicenza, il caso Bpvi agita l'elezione del presidente", fa sue, aggiungendovi il suo contributo sulla lettera di alcuni industriali vicentini a Confindustria nazionale e non trattando il "dettaglio" sulle possibili ricadute politiche locali, le considerazioni del nostro direttore che erano titolate mercoledì scorso così: "Dopo il flop mangiasoldi di BPVi e delle 3 Z, per Confindustria Vicenza compromesso su Caron e Vescovi? Si profila un... Variati ter".

Parlando delle valutazioni su vari "andamenti" di Vicenza e delle sue varie realtà, giorni fa il presidente (di una delle anime) del Vicenza Calcio, Gianluigi Polato, ha detto al notro direttore che "a volte" ci azzecca. Conoscendolo quasi perfettamente sappiamo che il nostro direttore, puntando professionalmente al meglio, vorrebbe azzeccarci sempre più spesso...

Ecco, quindi, l'articolo di "endorsement" indiretto delle sue ambizioni professionali scritto da Federico Nicoletti, che riporta, per altro, le opinioni Coviello Like che hanno messo nero su bianco inviandole al presidente nazionale Squinzi «tre imprenditori, tra cui il «re» dei parchi divertimento, Alberto Zamperla. Con la sua, le firme di Flavio Gaianigo, titolare della Coprim, azienda di Altavilla delle attrezzature per il gas, e di Francesco Bernardi, padrone con il fratello Carlo dell'azienda orafa Chrysos di Romano d'Ezzelino, a cui fa capo la griffe Officina Bernardi...».

Scusate se è poco...

 

Confindustria Vicenza, il caso Bpvi agita l'elezione del presidente

Di Federico Nicoletti, da Il Corriere del Veneto



Il rapporto tra industriali e Popolare di Vicenza deflagra alla vigilia dell'elezione del nuovo presidente di Confindustria Vicenza. Una lettera ai vertici nazionali di Confindustria - dal presidente Giorgio Squinzi alla giunta, dai probiviri ai «Saggi» - scuote l'associazione berica alla vigilia del voto, lunedì sera in giunta, che eleggerà il successore di Giuseppe Zigliotto. In lizza da un lato il costruttore Luciano Vescovi, attuale tesoriere, candidato della continuità con Zigliotto, dato alla vigilia con l'elezione in tasca, e Diego Caron, l'industriale metalmeccanico presidente del raggruppamento di Bassano, vicino alla famiglia Amenduni delle Acciaierie Valbruna. Si presenta come candidato di rottura e ha cavalcato nei due mesi di campagna elettorale - dal programma, in cui il nodo Bpvi era centrale, all'incontro del 26 febbraio a Bassano insieme ad artigiani e Apindustria sulla crisi delle due ex popolari - il tema della presenza dei vertici degli Industriali nella banca. Per calamitare voti, facendo leva sul malessere che si respira anche tra gli industriali per il crollo delle azioni che ha toccato le tasche di molti di loro, mentre altri hanno avuto vie preferenziali per vendere in tempo. Un quadro con cui Caron chiama in causa in prima battuta il leader provinciale Zigliotto (dimessosi dalla banca lo scorso autunno), tra i sei indagati con gli ex presidente e direttore generale di Bpvi Gianni Zonin e Samuele Sorato, nell'inchiesta aperta dalla Procura di Vicenza a settembre. Ma anche il suo rivale diretto Vescovi, che siede nel cda della controllata siciliana di Popolare di Vicenza, Banca Nuova.
Il tema esplode ora, con un'iniziativa alla vigilia di un voto che pareva cosa fatta. L'iniziativa è la lettera inviata l'altra sera ai vertici nazionali di Confindustria firmata da tre imprenditori, tra cui il «re» dei parchi divertimento, Alberto Zamperla. Con la sua, le firme di Flavio Gaianigo, titolare della Coprim, azienda di Altavilla delle attrezzature per il gas, e di Francesco Bernardi, padrone con il fratello Carlo dell'azienda orafa Chrysos di Romano d'Ezzelino, a cui fa capo la griffe Officina Bernardi.
Nella dura missiva a Roma, nata - scrivono i tre - da un «dovere morale», si chiede «una serie e urgente riflessione» sulla vicenda Popolare di Vicenza. Zamperla e gli altri invitano i vertici nazionali «con il cuore in mano, a valutare fino in fondo questa nostra riflessione». Ricapitolano gli sviluppi giudiziari, l'ipotesi fatta dal procuratore capo di Vicenza Antonino Cappelleri, poco prima dell'assemblea di Bpvi di sabato scorso, del reato di associazione a delinquere. «La nostra associazione non può ritenersi estranea a quanto sta accadendo», scrivono i tre, viste le presenze di rappresentanti di Confindustria in banca. Situazione che «rischia di demolire» il patrimonio di credibilità costruito dall'associazione, ponendola «in una situazione spiacevole e immeritata». Specie se dovessero scattare i rinvii a giudizio.
Nella lettera, Zamperla e gli altri indicano i nomi di Zigliotto, del vicepresidente Alberto Luca e del tesoriere Luciano Vescovi, per Confindustria Vicenza; e anche del leader regionale Roberto Zuccato. La richiesta finale è ovvia: chi ricopre o ha ricoperto «fino a pochi mesi fa» incarichi in banca faccia «un passo indietro rassegnando le dimissioni dagli incarichi confindustriali».
Ora, è chiaro che l'iniziativa ha l'effetto di aiutare Caron e può esser vista come l'arma finale lanciata all'ultimo passaggio di una guerra che può apparire persa. Zamperla replica: «Sono tornato martedì dagli Usa e quando ho saputo che lunedì si vota e che i ‘Saggi' non stanno chiamando tutti m'è saltata la mosca al naso. Bisogna avere il coraggio di dire quello che si pensa ed esporsi. Noi la lettera l'abbiamo firmata». E aggiunge: «Basta con i giochini, con gli industriali nei cda delle banche. Io l'avevo già detto ai Saggi al momento dell'elezione di Zigliotto: a me sta bene, ma deve lasciare la banca». Ma i tre appoggiano Caron? «Se devo fare una scelta tra i due in corsa scelgo lui - replica Zamperla -. Ma per me sarebbe meglio pensare ad affidare l'associazione a una persona super partes per riappacificare gli animi». Zamperla replica poi a un'altra obiezione: Caron corre per riportare al comando gli Amenduni: «Balle. È ambizioso e certo è amico di Michele Amenduni: anch'io ci vado a mangiare gli asparagi. Ma non significa esser comandati. Caron è ben voluto per il lavoro che ha fatto a Bassano. E poi - conclude - degli Amenduni che si può dire? Nicola Amenduni non ha voluto vendere le azioni Bpvi, perché non dicessero che era stato lui a farla cadere. Ci ha perso una fortuna. Mi pare che ci sia solo da imparare da chi tiene una linea del genere».


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