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Corte dei Conti su Spv, Pd: Regione risolva ogni criticità dell’opera

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 3 Febbraio 2016 alle 16:19 | 0 commenti

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Nota di Andrea Zanoni, PD

“I Conflitti in interesse, la concentrazioni di poteri, la mancanza di trasparenza, lo spreco di denaro, i rischi per il pubblico, i problemi di finanziamento, il project financing pagato dal pubblico e non dal privato, la mancanza di seri controlli ambientali: dalla deliberazione emessa della Corte dei Conti, alla quale la Regione e tutti gli enti coinvolti dovranno in qualche modo dare risposta, emergono queste ed altre gravi criticità che da tempo vado denunciando sul progetto di realizzazione della superstrada Pedemontana Veneta”.

A dirlo il consigliere regionale del PD e vice presidente della Commissione Ambiente, Andrea Zanoni, che fa riferimento alla deliberazione (n.18/2015/G) trasmessa il 29 gennaio e recapitata oggi dalla Sezione Centrale di Controllo sulla Gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti di Roma ad una lunghissima serie di destinatari ( Ministeri, Regione, Veneto Strade, Comuni ed associazioni). Ora i destinatari avranno 30 giorni di tempo, nel caso decidano di non ottemperare ai rilievi della Corte stessa, oppure 180 giorni nel caso decidano di provvedere a risolvere le criticità. La Delibera della Corte dei Conti, costituita da una relazione lunga 174 pagine, è stata inoltre notificata al Senato, al Parlamento, al Consiglio dei Ministri e anche alle Sezioni riunite in sede di controllo della stessa Corte dei Conti.

“Nella relazione – evidenzia Zanoni - si legge che l’opera è col tempo diventata una  ‘soluzione ibrida di superstrada a pagamento con caratteristiche autostradali’,  che appare ‘singolare’ che il commissariamento sia stato ‘reiterato e pluriennale’ causando ‘conflitti e contenziosi’, che ‘Il commissario ha assommato in sé tutte le funzioni concernenti l’opera, dopo essere stato, in vari momenti, anche segretario alle infrastrutture della regione, autorità di vertice di Veneto strade e delle commissioni di valutazione ambientale e di sostenibilità economico-finanziaria. La struttura commissariale presenta costi rilevanti che si aggiungono a quelli degli organi che restano preposti alle attività ad essa delegate. Peraltro, a causa dei vasti poteri attribuitile ed alla sua non adeguata composizione, è stato necessario il ricorso a consulenze esterne’ comportando sprechi di denaro”.

L’esponente democratico sottolinea altri passaggi: “si dice che ‘i controlli dei ministeri competenti e della Regione risultano carenti. Il progetto originario dell’opera è stato oggetto di continue rielaborazioni, già immediatamente dopo l’approvazione del preliminare da parte del Cipe, ed anche di contestazioni da parte di alcuni enti locali, che ne hanno lamentato lo scarso approfondimento tecnico’. Sul piano della sostenibilità finanziaria la Corte dei Conti ha rilevato che ‘una più penetrante analisi economico-finanziaria dell’investimento, fin dalle fasi iniziali, per valutarne fattibilità e finanziabilità, nonché per definire una corretta allocazione dei rischi associati alla realizzazione ed alla gestione dell’opera, avrebbe contribuito ad evitare le successive, sfavorevoli rimodulazioni per la finanza pubblica.  Appare incerta la sostenibilità finanziaria dell’opera, viste le previsioni ottimistiche sui volumi di traffico, con il conseguente rischio che gli insufficienti flussi di cassa generati possano produrre ulteriori esborsi pubblici’.

Zanoni, individua, punto per punto, altri passaggi.

Sui costi si legge che: ‘Il costo di realizzazione, nel corso degli anni, è cresciuto notevolmente, superando, con gli oneri capitalizzati, i 3 miliardi, anche a causa delle rimodulazioni progettuali e delle opere compensative richieste dagli enti locali. Inoltre, parte della viabilità di raccordo con l’opera non è inclusa nel costo e a ciò dovrà provvedersi con ulteriori fondi pubblici’.

Sulla Convenzione, la Corte afferma che: ‘…presenta condizioni di notevole convenienza per il concessionario, ricadendo molti rischi sul concedente; incombe, pertanto, l’alea di un potenziale debito sulla regione, dal momento che il rischio di mercato risulta sbilanciato a sfavore della parte pubblica.

“Sugli investimenti – incalza Zanoni - che dovrebbero essere a carico del privato come ogni project financing che Dio comanda viene detto che ‘Costante è risultato, nel tempo, l’aumento del contributo pubblico. Peraltro, nonostante le assicurazioni, il perfezionamento dei finanziamenti di parte privata non si è ancora realizzato, con la conseguenza che l’avanzamento dei lavori, finora, è stato reso possibile soprattutto attraverso il contributo pubblico, in contraddizione con le finalità del ricorso al partenariato pubblico-privato’.

“Viene poi rilevato un chiaro conflitto di interessi in merito all’affidamento del collaudo che ‘…è stato affidato all’esterno della stazione appaltante ed intuitu personae. Il pagamento dei collaudatori a carico del concessionario è contrario al principio del buon andamento amministrativo, dal momento che la loro posizione quali contraddittori dell’esecutore non tollera condizionamenti’.

“Vediamo ora come i vari enti, a partire da Regione e Veneto Strade - conclude Zanoni - risolveranno le criticità messe nero su bianco dalla Corte. Porterò la questione in Consiglio regionale chiedendo la calendarizzazione del verdetto della Corte in Quarta Commissione affinché si possa capire cosa sta accadendo a quest’opera e tutti i rischi, molti, che la Regione, i Comuni, gli espropriati e i contribuenti veneti corrono con una convenzione economica che ci pone molto più a rischio del concessionario”.

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