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BPVi e la mancata quotazione in Borsa, M5S: al confronto il Mose era poca cosa

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 2 Maggio 2016 alle 20:19 | 0 commenti

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Movimento 5 Stelle Veneto

Borsa Italiana non approva la quotazione in borsa della Popolare di Vicenza: non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato. “Ci dispiace, ma stavolta ve l’avevamo detto – si rammarica il capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale, Jacopo Berti - è da novembre che predichiamo questo finale per la BpVi. Lo diciamo da un anno che non ci sono i requisiti per entrare in borsa. Siamo stati gli unici a opporci con tutte le forze alla trasformazione in società per azioni, all’aumento di capitale e alla quotazione in borsa perché si sapeva fin dall’inizio che queste sarebbero diventate l’ennesima truffa ai danni degli azionisti”.

“Come volevasi dimostrare – continua Berti – con la trasformazione in spa i dirigenti e il consiglio di amministrazione si sono salvati dalle azioni di responsabilità, attribuendosi otto milioni di euro in premi vari. L’aumento di capitale non s’è visto e chi lo ha sottoscritto ha perso tutto”.

“Ora dobbiamo ribadirlo – prosegue il consigliere – la BpVi è tecnicamente fallita e adesso il rischio bail-in è fortissimo. Lo diciamo da mesi e ci hanno attaccato, dandoci degli sciacalli e dicendo che siamo delinquenti. In realtà i delinquenti sono quelli che hanno portato sul lastrico 119 mila azionisti. Questa è una cosa immorale, al cui confronto il Mose era davvero nulla. E quel che è peggio è che queste persone stringevano la mano agli azionisti e li sbeffeggiavano mentre gli sfilavano i soldi”.

“Ma non abbiamo bisogno di scuse, l’aver avuto ragione non ci fa più belli o più intelligenti. Speriamo solo che qualcuno, come la stampa e alcuni colleghi consiglieri, apra gli occhi di fronte a questa situazione. Il rischio è grandissimo, adesso più che mai – avverte Berti – la banca non ha i requisiti per sopravvivere e chi ha ancora soldi là dentro rischia davvero grosso. Dopo azioni e obbligazioni, entreranno nel mirino i correntisti”.

“Io – rivela il capogruppo M5S – a mia nonna ho già detto di spostare i suoi risparmi dalla BpVi, sono le fatiche di una vita e chi prende in gestione questo denaro deve meritarselo, e meritare la fiducia delle persone. Non si danno i propri soldi in mano a pirati in giacca e cravatta che si salvano dal naufragio e si regalano otto milioni di euro mentre si godono i soldi dei disgraziati che affondano perdendo tutto”.

"Si frantuma in un inglorioso flop il progetto "venduto" ai soci nelle assemblee di poche settimane fa come strada obbligata. La lettera della BCE raccomandava ai soci la trasformazione di Banca Popolare di Vicenza in Spa, l'aumento di capitale e la quotazione in borsa. L'operazione si è risolta, come prevedibile, nella spoliazione dei vecchi soci con voto capitario (un voto ogni socio indipendentemente dal numero di azioni possedute) e nel quasi totale annullamento del valore delle loro azioni" - lo denuncia il senatore M5S Gianni Girotto.

"L'aumento di capitale potrebbe anche contenere un vulnus di legittimità perché, di fatto, trasferisce 2,5 miliardi di patrimonio netto (bilancio consolidato 2015, dunque solo 4 mesi fa) dai vecchi soci al nuovo socio di riferimento (Atlante per il 99%). I 2,5 miliardi che in mano dei vecchi soci non valevano nulla, in mano ad  Atlante risorgono dalle ceneri per ridiventare 2,5 miliardi di patrimonio e contribuire ai "ratio", agli indicatori post-aumento di capitale. In altri termini, si tratta di un vero e proprio esproprio governativo di 2,5 miliardi di patrimonio netto, regalati al nuovo mostro "Atlante" a danno dei circa 120.000 vecchi soci della banca - continua Girotto.
"La politica, sia nazionale che sovranazionale, ha impostato l'intera politica bancaria sul clientelismo, con finanziamenti ad hoc per gli amici degli amici, e adesso che fa? Tenta maldestramente di risolvere la questione di Banca Popolare di Vicenza con un esproprio di Stato e quota in borsa un istituto senza i requisiti necessari. L'ennesimo pasticcio bancario di questo Governo incompetente e probabilmente colluso - conclude il senatore pentastellato.

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