Opinioni | Quotidiano | Categorie: Politica, Banche

Con la Popolare di Vicenza cade in Veneto la Z di Zonin, sale quella di Zaia. Sognando Zorro

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 8 Ottobre 2015 alle 00:15 | 1 commenti

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La nostra modestissima analisi di ieri ("Azioni sotto i 15 euro? La Banca Popolare di Vicenza dai vicentini alla finanza per una pipa di tabacco. Zonin direbbe: per un bicer de vin"), ha registrato e sta ancora registrando un enorme riscontro su Facebook di cui noi, umilissimi giornalisti di campagna, siamo molto più felici dell'aver messo onestamente in guardia fin dal 2010 i vicentini sui problemi nascosti tra i fumi di mosti e vini della banca che una volta era vicentina e ora è terra di conquista a prezzi di saldo.

Se dal 2010 a poco più di un mese fa, quando il buco è esploso, fummo ignorati se non sbeffeggiati come Cassandre da alcuni amanuensi della stampa locale, ieri ci siamo occupati del crollo delle azioni, che comunque qualcosa ancora varranno grazie alla cura d'urto del nuovo Ad Francesco Iorio, ma da un punto di vista diverso.

Il crollo non solo sarà difficilmente sostenibile da gran parte dei privati risparmiatori, che anche il tardivo risveglio della Procura vicentina fa pensare come "truffati non risarcibili", e non solo contribuirà a deprimere l'economia locale per un drastico taglio dei consumi che ci sarebbero stati se quelle azioni, specialmente quelle emesse a 62,50 euro, fossero monetizzabili a prezzi simili e non tra i 12,85 e i 15 euro, che ora prevede anche il collega della stampa confindustriale locale, novello San Paolo convertito sulla via poco damascata della realtà delle Cassandre del 2010.

Ma quel crollo, lo abbiamo chiarito ieri sommessamente e con un linguaggio contadinescamente "terra terra", farà pesare le perdite sui piccoli azionisti e farà svendere la banca in crisi ma di un enorme valore commerciale a chi, aderendo all'aumento di capitale da 1,5 miliardi, foresto o vicentino che sia, attento al business legato al valore crescente della banca, che farebbe, e avrebbe fatto, bene a tutti, o "amante del territorio" come decine di migliaia di azionisti sul lastrico ora vorrebbero non fosse stato Gianni Zonin con tutti i componenti del Cda coinvolti dall'inchiesta in corso.

Se in testa all'elenco, anche della Procura, c'è il presidente di Confindustria Vicenza e componente di quel Cda dal 2003, Giuseppe Zigliotto, che per suo conto controlla l'informazione locale, i vari manovali della dirigenza, da Samuele Sorato ai suoi più stretti collaboratori, a meno che non siano stati dei diabolici decisori all'insaputa dei tanti Scaiola dei piani alti della Popoalre, sembra che siano stati superpagati da quel Cda proprio per non accorgersi di nulla o, peggio, per contribuire a far valere poco più di nulla l'Istituto di Btg. Framarin nella cui serietà avevano sempre confidato i risparmiatori locali.

Tutti, bisogna dirlo, semplici come i loro avi, tipicamente contadini, e tutti traditi da chi ha dimenticato il valore e la fatica della terra per stare alla tavola, magari in fondo alla tavola, dei nuovi padroni della terra, gli speculatori locali, che si riempivano la bocca con la parola "territorio" pur di riempire le proprie tasche con qualcos'altro.

E non solo con i soldi, ma peggio ancora con il potere, che genera altri soldi.

Vicenza dopo il crollo della vecchia BPVi capirà che la nuova va salvata seguendo le indicazioni obbligate di Iorio e del suo staff per non seppellire tutto quel poco o molto che rimane.

Ma deve anche capire che deve non cominciare ma precipitarsi a ragionare con la propria testa e a non fidarsi degli imbonitori di turno, politici o mediatici che siano, e seppellirli in tutti i modi possibili e leciti sotto il peso del danno che hanno contribuito a generare e che non basterà una generazione ad essere azzerato.

Dopo il crollo, si spera definitivo anche se dorato tra vigne e possedimenti vari, del sistema Zonin & c. è sperabile che il sussulto della gente contribuisca ad azzerare e non solo a far cambiare gli equilibri che ruotavano intorno al vecchio Cda e al suo presidente e che ora potrebbero, gli stessi con solo le carte mischiate, ridisegnarsi intorno a "nuovi poteri", diversi nelle facce pubbliche, simili per i sistemi adottati per fare gli interessi di pochi a danno delle moltitudini.

Quegli equilibri stanno, infatti, già cambiando e lo si capisce non perchè la stampa locale lo stia raccontando, come dovrebbe fare e come in passato la stampa con la S maiuscola faceva, ma per i nuovi racconti da parte di quella stampa del territorio e degli intrecci di interessi che vi si allignano.

Le "narrazioni" diverse sulla stampa locale si erano, peraltro, iniziate a leggere subito dopo il fallimento clamoroso della "sponsorizzazione" da parte del sistema Zonin con annessa la vassalla Confindustria Vicenza di Alessandra Moretti, la candidata Pd (Piccola donna), alla presidenza della Regione Veneto.

I nuovi equilibri dei vecchi poteri, quelli che hanno la stessa anima ma abiti nuovi, che non li trasformano in monaci, si leggono tra le righe dei nuovi schieramenti mediatici o meglio, ed è questo il male dell'informazione, che può essere di parte ma non deve essere unica, nelle righe del raccoglitore unico dei messaggi al popolo vicentino.

Perso prima il possibile riferimento politico di Ale e poi quello finanziario di Gianni, gli "interessi" hanno bisogno di un altro faro.

Chi, come noi, non sa scrivere come (si) conviene ma prova a leggere Vicenza un po' di... Più e giorno dopo giorno, non dai piani alti di Via Fermi ma dal piano terra dell'extracomunitario Viale Milano, sente e vede che a partire dalla piccole cose beriche (le strade di Vicenza prima sempre asfaltatissime ora sempre piene di buche) fino ai vermi a scoppio ritardato dell'Ipab San Camillo l'aria sta cambiando ma pare sibilare sempre come le Z.

Non più quella di Zonin, ma quella di Zaia? 

La Z di Zaia, al primo ascolto e onestamente, suona meno spregiudicatamente personale di quella del re dei vini, anche se il governatore, che a noi piacerebbe di più se rimanesse solo governatore, lavora, con la sponda di Verona, per la banca veneta dopo quella vicentina ignorando che le banche di "territorio" fanno potere e giovano ai poteri ma fanno, storicamente, anche... male.

A noi, a cui piace sognare e che per i sogni lottiamo, piacerebbe, quindi, molto di più la Z di chi faceva fuori tutti i "cattivi", rendendo il maltolto al popolo, compreso quello dei semplici contadini.

La Z di Zorro...


Commenti

Inviato Giovedi 8 Ottobre 2015 alle 08:06

E variati nella tempesta della banca popolare di Vicenza che tanto gli ha dato, che dice????
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