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Lo "sfizietto" di votare all'assemblea BPVi spa alla vigilia di Pasqua: la stampa lo sconsiglia ai soci, la filiale nulla sa. Decima domanda all'Ad ex Ubi: ubi sunt latrina? Per lacrime e vomiti

Di Gianfri Bogart Sabato 12 Marzo 2016 alle 11:03 | 0 commenti

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Ieri l'associazione "Noi che credevamo nella BPVi", in vista della riunione del 26/3 della Banca Popolare di Vicenza, con ordine del giorno "Esame e approvazione bilancio 2015; Politiche di remunerazione e incentivazione" e "alla luce di quanto emerso nelle ultime ipotesi di reato da parte della procura di Vicenza che parla, tra le altre, di associazione a delinquere e di falso in bilancio" chiedeva in una nota ufficiale ai vertici della banca "il rinvio dei due punti sopra descritti per dare la possibilità a tutti i soci di capirne a pieno le ricadute con il voto di approvazione. Altrimenti - aggiungeva il comunicato - ci vediamo costretti ad un naturale, logico ed energico voto negativo". Oggi ci arriva una segnalazione diretta di un componente di un'altra associazione, Futuro 150, la più "collaborativa" con la nuova Spa.

Il piccolo socio, il sempre combattivo e partecipativo Giovanni Rolando, a quell'assemblea, convocata per ... la vigilia di Pasqua, vorrebbe, invece, presenziare nonostante l'invito implicito a non andarci apparso sulla solita stampa amica, invito di cui omettiamo il nome dell'autore non volendo sminuire la considerazione tecnica che abbiamo di lui (quando decide di usarla per tempo...).

L'invito a fare a meno dello "sfizietto" di votare e di delegare, invece, alle maggioranze esistenti per il nuovo voto basato sul peso delle azioni senza neanche provare a testare maggioranze basate anche su tanti piccoli soci, quelli più beffati, e magari mutevoli in base alla bontà delle proposte da votare, arriva infatti proprio da chi, dopo aver propugnato la trasformazione in spa della BPVi anche per la maggiore trasparenza delle sue decisioni, giovedì 10 marzo, alla prima occasione, sia pure non determinante per "assaggiare" la democrazia finanziaria, invita a lasciare fare a chi può e, magari, sa...:

"Quanto all'effettivo potere dei piccoli soci e quindi sulla relativi utilità della loro presenza in sala, beh, su questo non ci sono dubbi: tanto vale restare a casa. Sabato scorso a Gambellara i seimila soci presenti fisicamente e gli altri seimila presenti per delega rappresentavano tra l'11 e il 12 per cento del capitale. Basterebbe che si presentassero i trenta soci con partecipazioni comprese tra lo 0,5 e l'1 per cento del capitale ciascuno per decidere ad ampia maggioranza su qualsiasi argomento all'ordine del giorno. Se poi il piccolo socio vuole togliersi lo sfizio di esprimere il proprio parere, ha tutto il diritto di farlo. Con la consapevolezza di non poter ottenere alcun effetto pratico".

Rolando, però, ama parteciapre e ci scrive così: «Sono passato ieri in BpVi spa Agenzia n.1 di Contrà Porti dove ho il cc e di cui sono un piccolo socio per "fare il biglietto" per partecipare all'assemblea del 26 marzo come stava scritto sul giornale. Risposta del funzionario: "non abbiamo ancora ricevuto le disposizioni, le telefoneremo". Speremo in Iorio, che mi dicono persona seria e preparata, visti i comportamenti delinquenziali del ventennale vertice della decima banca italiana che avrebbero dovuto dimettersi non solo non presentarsi all'assemblea di Gambellara, ma per la vergogna.
E fa specie vedere il salone di contrà Porti sempre semivuoto di clienti negli ultimi tempi. Non bastano le nuove norme di qualche regolamento o disposizione statutaria. Servono alti livelli di professionalità del cda e del management sostenuti da integrità morale. In assenza dei quali la BpVi, ora spa, non potrà recuperare la fiducia distrutta. E un futuro che duri per "altri 150 anni"».

E sulla pubblicizzazione della partecipazione all'assemblea poniamo una domanda nuova a Iorio, dopo le tante a cui non vuole rispondere (e questo, lo sottolineiamo, è grave e non solo sul fronte della comunicazione trasparente, per cui le riportiamo di sotto):

«Lei, dr. Iorio, sta usando soldi della BPVi per pagare pubblicità, pagine su pagine, giorno dopo giorno, per convocare la prima assemblea della BPVi, sia pure pasquale, come Spa e per informare i soci su come fare il cosiddetto "biglietto", l'unico modo per poter partecipare e poi i suoi dipendenti dicono, a richiesta di un socio, che "non abbiamo ancora ricevuto le disposizioni, le telefoneremo". Come giustifica questa vecchia inefficienza della nuova banca? Con la vecchia abitudine dell'informazione di scambio con i soliti mezzi amici che nel frattempo invitano proprio a non farlo il biglietto?». 

Risponda almeno a questa domanda, coraggioso condottiero ex Ubi oppure il socio si chiederà "Ubi est latrina? Dov'è la toilette?".

Magari quella nuova, visto che la vecchia da tempo ("illo tempore") è intasata, se per andarci a piangere (lacrime già versate) o vomitare (bile visto che gli "sfizietti" sono sconsigliati) almeno questo lo deciderà lui... per poi usare l'unica carta lì disponibile, quella igienica.

 

 

Le vecchie domande alla nuova banca a cui aggiungiamo quella di oggi e quella sulla Fondazione Roi.

 

Le dieci domande di VicenzaPiù
1 - Gianni Zonin e i suoi "possedimenti" non sono ancora "aggrediti" dalla Popolare di Vicenza per gli affidamenti concessi e garantiti dalle sue proprietà, che svanirebbero se dovesse con quelle risarcire i danni?
2 - nei documenti camerali visionati risultano partecipazioni o quote assunte in pegno di società apparentemente riconducibili ad ambienti vicini al dr. Matteo Marzotto, membro del Cda della BPVi, come ad esempio il 9,8% posseduto della Marzotto Società di intermediazione mobiliare spa (Marzotto SIM) e il 30% in pegno della Zignago Holding spa. Sono partecipazioni e pegni per finanziamenti compatibili con i sacrifici chiesti ai soci che in quelle partecipazioni e in quei pegni potrebbero vedere operazioni non esenti da conflitti di interessi?.
3 - per la chiusura delle filiali preventivate nel piano industriale quale era il valore patrimoniale iscritto a bilancio per le stesse filiali o, se non il dato non è disponibile o calcolabile, o mediamente il valore patrimoniale iscritto a bilancio per singola filiale di proprietà?
4 - destano preoccupazione i pegni al 100% di quote ad esempio di Grotto spa, Boscolo Hotels spa, Stroili Spa, Pittarosso, che, in molti casi, hanno conferito le loro quote in pegno anche ad altra primaria popolare veneta?
5 - Sono di sicuro attenzionate situazioni di quote in pegno di società in amministrazione straordinaria o in liquidazione che lascerebbero presumere difficoltà di recupero dei relativi crediti. Le chiediamo anche al riguardo se tali situazioni destano preoccupazione
6 - tra le partecipazioni della BPVi spicca, anche se finanziariamente marginale, quella nel Centro studi economici Nomisma, che fa riferimento all'ex premier Romano Prodi ed è presieduta dall'ex ministro Piero Gnudi. La partecipazione in Nomisma... ha motivazioni "politiche", essendo difficile immaginarne di reddituali, oppure era (è?) finalizzata a un migliore accesso ai suoi studi? In questa ultima ipotesi BPVi si è mai avvalsa e come degli scenari economici prospettati da Nomisma?
7 - l'autista personale dell'Ad Francesco Iorio è lo stesso che aveva a Brescia in UBI Banca e gli è stata concessa da BPVi oltre alla retribuzione da dìnuovo dipendente anche un'auto privata e una casa a Vicenza?
8 - dopo la condanna in primo grado di Matteo Marzotto a 10 mesi per il caso di mega "evasione fiscale" per la cessione di Valentino Fashion Group al fondo Permira il presidente di Fiera di Vicenza e Cuoa rimarrà ancora tra i membri del Cda della banca, ai quali, oltre alla competenza specifica richiesta dalle nuove norme, è richiesto il possesso di "requisiti di onorabilità"? 

9 - vuole chiarire le decisioni, tra cui quelle sulla gestione di 29.000.000 di euro di azioni della Popolare di Vicenza e sull'acquisto dell'ex Cinema Corso, prese dal Cda della Fondazione Roi i cui membri di maggioranza, incluso il presidenze Gianni Zonin, sono nominati dalla BPVi?

10 - perchè i dipendenti delle filiali non conoscono le modalità di consegna ai soci del cosiddetto "biglietto" per l'assemblea del 25 marzo nonostante la Banca Popolare di Vicenza abbia già speso denaro per pubblicizzare la necessità per i soci di andare in filiale per ritirarlo?


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