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Tav/Tac, M5S: progetto tratta Verona-Vicenza non rispetta alcune norme e mancano VIA

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 19 Gennaio 2016 alle 17:31 | 0 commenti

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Movimento 5 Stelle Veneto
Il progetto definitivo della linea ferroviaria ad alta velocità ed alta capacità Verona-Padova, in particolare il tratto tra Verona e Bivio di Vicenza (così viene denominato sui progetti) va avanti. Nel mese di ottobre la Giunta regionale ha approvato uno studio di fattibilità, elaborato da Rfi sulla base di uno studio di prefattibilità attivato da un accordo tra Comune di Vicenza e Camera di Commercio per l’attraversamento del territorio vicentino.

Lo studio di prefattibilità è una procedura non regolamentata da alcuna norma giuridica, mentre lo studio di fattibilità non è una procedura applicabile per un'opera strategia come quella in questione.

Inoltre la variante di San Bonifacio non è stata sottoposta a VIA (Valutazione Impatto Ambientale) statale e altrettanto il tratto Montebello e Bivio di Vicenza, così come due varianti per complessivi 9 km della linea storica. Sulla questione sono intervenuti nei giorni scorsi anche gli agricoltori di Coldiretti, che si sono schierati contro il progetto.

“La VIA è una procedura preliminare e finalizzata alla tutela della salute e degli ecosistemi, non è possibile accettare la mancanza di questi pareri su un'opera così importante”, spiega il consigliere regionale Manuel Brusco.

“Andava valutato maggiormente l'impatto ambientale, territoriale e sociale che quest'opera avrà”, ribadisce il consigliere pentastellato, “per questo abbiamo chiesto alla Regione, con un'interrogazione, se è consapevole della mancanza della valutazione di impatto ambientale in riferimento alle tratte che sono state variate rispetto ai progetti preliminari e se intende prendere iniziative a riguardo”.

Dello stesso avviso il deputato Mattia Fantinati: “Lo abbiamo sempre detto: il progetto per la realizzazione dell’Alta velocità non solo è inutile, ma rappresenta anche un pericolo, per diversi motivi. Ambientale, perché significherebbe devastare un territorio ricco e prezioso dal punto di vista turistico e agricolo. Economico, perché porterebbe a uno spreco di denaro pubblico immane, per la creazione di un’opera inutile. Gli stessi obiettivi possono essere infatti raggiunti con un potenziamento della linea già esistente, che soffre da tempo gli effetti di una mancata manutenzione. È un progetto”, conclude il deputato del Movimento 5 Stelle, “che costerà ai cittadini italiani 60 milioni al chilometro, e lo si sta portando avanti in fretta e furia senza le necessarie autorizzazioni”.


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