Sergio Berlato presenta una mozione per tutelare la gelsibachicoltura del Veneto
Mercoledi 13 Aprile 2016 alle 18:07 | 0 commenti
Sergio Berlato, presidente della Terza Commissione consiliare regionale del Veneto e capogruppo in regione di Fdl-An e Mcr, ha presentato una mozione con la quale mira a tutelare la gelsibachicoltura
L’allevamento del baco da seta è oggi una attività agricola alternativa di estremo interesse e grandi potenzialità , considerata la domanda dell’impresa serica italiana. Ma questa attività è messa a rischio da un insetticida la cui sostanza attiva, il fenoxycarb, impedisce l’imbozzolamento del baco. Si deve tutelare innanzitutto gli agricoltori che hanno investito e continuano ad investire nel settore gelsibachicolo.
Si deve far intervenire la Regione presso sia il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali sia il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per impedire la rinnovata registrazione dell’insetticida Insegar, che ha come sostanza attiva il fenoxycarb, procedura attualmente in corso presso il Ministero della Salute. Il fenoxycarb, principio attivo dell’Insegar, è un regolatore di crescita degli insetti, utilizzato per la lotta ai lepidotteri nocivi alle colture ma che ha contestualmente effetti estremamente dannosi per il baco da seta, dal momento che ne altera l'equilibrio ormonale e ne impedisce l'imbozzolamento. Negli anni Novanta, proprio per questa ragione e per la scomparsa del baco da seta il fitofarmaco era stato ritirato dal mercato. Del resto Insegar ha conseguenze più generali dal punto di vista ambientale sull'entomofauna selvatica, come evidenziato dal Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria, il Crea, avendo causato la scomparsa di alcune specie di lepidotteri dal Nord Italia. Siamo in presenza dunque di un fitofarmaco che ha effetti collaterali di portata alquanto ampia e tale da mettere in apprensione non poco i gelsibachicoltori. Presupposto imprescindibile per consentire al baco da seta la realizzazione del suo ciclo produttivo è un ambiente incontaminato e non a caso la gelsibachicoltura non prevede l’utilizzo di antiparassitari, può essere praticata esclusivamente in aree non inquinate e soprattutto non contaminate dall'uso massiccio di antiparassitari chimici. Il baco da seta non esiste più allo stato selvatico: dipende in toto dall’uomo nella fase della produzione, nella fase della riproduzione ed in quella della conservazione. I motivi per i quali venne ritirato dal mercato l’Insegar non sono venuti meno, anzi, casomai sono accresciuti visto che oggi l’impresa serica è costretta ad importare dall’estero la materia prima, quando i nostri produttori possono garantire bozzoli e quindi seta di elevatissima qualità . Infine non dimentichiamo la dimensione storica e culturale della gelsibachicultura: in Veneto essa rappresenta una parte importantissima della storia del paesaggio e dell’economia. Motivi per intervenire presso i Ministeri a Roma, dunque, ce ne sono, ma soprattutto c’è un dato: meno chimica in campagna, limitata all’indispensabile, meglio è.
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