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Project financing, Guadagnini: strumento perverso, creiamo fondo opere pubbliche

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 17 Ottobre 2015 alle 23:53 | 0 commenti

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Nota del Consigliere regionale Antonio Guadagnini, Indipendenza Noi Veneto

"Il project financing - soprattutto negli ambiti sanità e infrastrutture - è uno strumento che ha mostrato gravissime lacune, generando oneri altissimi a carico del soggetto pubblico, sempre superiori a quelli riferibili ai tradizionali contratti di mutuo. Esistono studi autorevoli che dimostrano che i tassi di interesse dei canoni di alcuni project veneti sono ben oltre il tasso di usura.

È quindi ora di dire basta allo strumento del project financing, attivando anche in Veneto forme più intelligenti, trasparenti e mirate di raccolta di fondi": è quanto dichiara Antonio Guadagnini (INV) che ha presentato nei giorni scorsi il Pdl per la "ISTITUZIONE DEL FONDO DI PREVIDENZA COMPLEMENTARE DEL VENETO". "L’analisi economica di alcuni project financing effettivamente realizzati in Italia negli ultimi anni", afferma il consigliere regionale indipendentista, "dimostra che le amministrazioni pubbliche, Regione del Veneto compresa, hanno pagato costi corrispondenti ad interessi elevatissimi, sempre superiori a quelli riferibili alla contrazione di tradizionali contratti di mutuo. Anzi, si tratta di costi pari a 'enne volte' l’ammontare degli interessi passivi che maturerebbero con un mutuo. Il problema non è neppure quello del 'project in salsa veneta', visto che è ormai dimostrato che in Inghilterra i costi dei project siano addirittura più alti che in Veneto: i progetti in PFI britannici sono un business i cui costi ammontano a circa 267 miliardi di sterline (circa il 12% del PIL) e i versamenti annuali dall’amministrazione pubblica al privato ammontano a circa 8,6 miliardi di sterline, per circa 700 progetti che hanno un valore di appena 63 miliardi di sterline". Per mettere la parola "fine" su questo strumento, Guadagnini ha presentato una proposta in otto articoli che "da un lato promuove l’accesso alla previdenza complementare da parte dei cittadini veneti e dall’altro punta a realizzare con i soldi raccolti opere pubbliche in un modo doppiamente vantaggioso per i cittadini, perché garantisce loro un riparo sicuro e ben remunerato per i loro tfr e favorisce la realizzazione delle opere pubbliche che è necessario realizzare nel loro territorio". La proposta-Guadagnini prevede l’istituzione del Fondo di previdenza complementare del Veneto, il cui ammontare è vincolato a finanziare opere pubbliche d’interesse regionale e locale. Gli enti mutuatari, a loro volta, garantiranno al fondo la corresponsione di un interesse molto interessante per il privato, anche considerato il rischio sostanzialmente nullo del fondo stesso. "Il Fondo - si legge all'art.2 del Pdl - ha lo scopo di consentire agli aderenti di disporre, all’atto del pensionamento, di prestazioni pensionistiche complementari al sistema obbligatorio. A tal fine esso provvede alla raccolta dei contributi, alla gestione delle risorse nell’esclusivo interesse degli aderenti e all’erogazione delle prestazioni secondo quanto disposto dalla normativa in materia di previdenza complementare". Nel Pdl (art.3) si indica chiaramente che "le risorse finanziarie del Fondo sono destinate a finanziare investimenti per la realizzazione di opere dichiarate d’interesse pubblico e programmate all’interno del territorio del Veneto, per metà d’interesse regionale, per metà d’interesse locale" e che "la Regione garantisce agli iscritti al Fondo, con le limitazioni e le modalità determinate con regolamento di attuazione, la restituzione del capitale e rendimenti non inferiori al tasso di rivalutazione del trattamento di fine rapporto ai sensi dell’articolo 2120 del Codice civile". Conclude Antonio Guadagnini, commentando la sua proposta: "Se nella realizzazione delle grandi opere pare che negli ultimi anni si siano arricchiti i pochi soliti noti, spesso attraverso lo strumento del project financing, con questo Pdl si vuole far sì che tutti i cittadini possano concorrere al finanziamento delle opere pubbliche venete attraverso il loro trattamento di fine rapporto, traendone un giusto guadagno in termini d’interessi sul capitale accantonato. È una proposta nuova, specifica, razionale: spero che i colleghi consiglieri la vogliamo valutare attentamente e approvare nel più breve tempo possibile. Ne hanno bisogno i veneti e il Veneto".

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