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Legge di stabilità, Lorenzin (Apindustria): su costo del lavoro serve più coraggio

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 26 Ottobre 2015 alle 17:18 | 0 commenti

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Apindustria Vicenza 

Se la legge di stabilità contiene importanti segnali per le Pmi sul fronte fiscale e negli incentiivi agli investimenti, il Presidente di Apindustria Confimi Vicenza, Flavio Lorenzin, si attendeva decisamente di più rispetto alle misure che riguardano il lavoro. «È mancato un pizzico di coraggio o, per meglio dire, di voglia di scommettere sul futuro.

Ultimamente, a noi imprenditori rimproverano spesso di non aver fiducia e di muoverci, di conseguenza, con eccessiva prudenza, in particolare su investimenti e assunzioni. Per questo, è stato senz'altro importante il percorso intrapreso non solo con il jobs act, ma anche con la legge di stabilità 2015, che per prima aveva reso veramente competitivo il lavoro subordinato a tempo indeterminato. Ora, quel percorso non viene solo affievolito, ma soprattutto privato di prospettiva».
Il riferimento è, chiaramente, alla riduzione dell'incentivo sui nuovi contratti a tempo indeterminato, che viene fortemente decurtato: si passa dai 24.180 euro in 3 anni, previsti per le assunzioni effettuate entro quest'anno, a soli 6.500 euro in 2 anni, con una sforbiciata di quasi il 75%. Ma non è questo il principale motivo di delusione. «Mi rendo conto che sia ingenuo pensare a una riduzione strutturale del costo del lavoro di quella portata. È stato un vero e proprio elettroshock, che va bene, a condizione però di esser seguito da una terapia continuativa. Invece, ci viene data un'altra scossetta, che esaurirà il suo effetto nel 2017. Sono curioso di vedere se l'incremento delle assunzioni a tempo indeterminato si confermerà anche nel 2016, perché i segnali di ripresa che abbiamo parlano ancora di un fenomeno molto debole e legato a scelte contingenti. La maggior parte delle assunzioni di quest'anno temo non derivi da investimenti, ma dall'opportunità di scongiurare possibili contenziosi, pagando un prezzo agevolato. Per rilanciare veramente il sistema, abbiamo bisogno di avere anche sul fronte dei costi, quelle certezze che il jobs act ha portato sul piano della normativa. Invece, oggi io mi trovo con il mio organico consolidato che continua sostanzialmente a costarmi, Irap a parte, come due anni fa e, in compenso, con un forte incremento dei costi, nel malaugurato caso di dover utilizzare un ammortizzatore. Confimi è stata la prima a chiedere una riforma degli ammortizzatori sociali, basata su un reale meccanismo bonus-malus, ma questo è stato realizzato solo nei titoli di testa. Il film quotidiano racconta, invece, di un pesante rincaro sulle contribuzioni addizionali che si pagano in caso di ricorso alla Cig, a fronte di un misero 0,20% di riduzione sui contributi ordinari, che si pagano tutti i mesi, proprio come una polizza obbligatoria. Se un lavoratore assunto oggi con il bonus - insiste Lorenzin - tornerà a costarmi come adesso dal 2018 sarà difficile pensare di attirare investimenti stranieri di lungo periodo e di favorire investimenti italiani. Chi investe vuole programmare a medio/lungo termine, non essere costretto a studiare ogni anno la legge di stabilità, per capire quale sarà il budget dell'anno successivo».
Nella legge di stabilità non c'è soltanto la proroga limitata del bonus assunzioni, ma anche la reintroduzione della tassazione agevolata sui premi di produttività. «Anche in questo caso, il provvedimento è sicuramente positivo - conclude il Presidente - però si sarebbe potuto fare qualcosina in più. Anni fa, proponemmo per primi di detassare gli aumenti contrattuali, per ridurre il cuneo fiscale e rilanciare i consumi interni. Rispetto a quegli anni, il cuneo oggi è addirittura superiore e non sarà certo l'eventuale introduzione di un salario minimo legale a risolvere il problema. A questo proposito, mi aspetto che il Governo sappia agire con saggezza sulla questione della rappresentatività, favorendo e recependo le intese tra i soggetti che stanno realmente al fianco di imprese e lavoratori».


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