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Le grandi bugie della Boschi su Banca Etruria e sul padre - Parte Seconda

Di Giancarlo Marcotti Lunedi 21 Dicembre 2015 alle 23:44 | 0 commenti

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Evito di commentare il quadretto della famiglia umile e la dichiarazione d'amore verso il padre che trovo scontata per una figlia, ma mi permetto di sottolineare che "una persona per bene", come la Ministra Maria Elena Boschi ha descritto il padre, dopo che viene sanzionata da un'Autorità per gravi inadempienze debba sentirsi in obbligo, come minimo, di lasciare il proprio incarico, o almeno in questo modo si comporta chi ha un minimo di dignità (quì la parte prima, ndr). Perché delle due l'una, o il Sig. Boschi nelle riunioni del CdA della Banca Etruria (quella che Bankitalia voleva rifilare all'amico Zonin, ndr) votava come tutti gli altri rendendosi compartecipe delle nefandezze che sono poi successivamente emerse, oppure si trovava sempre in conflitto con gli altri membri del CdA.

In entrambi i casi, tuttavia, chiunque è in grado di capire che avrebbe dovuto prendere la decisione di lasciare il proprio incarico in tempi non sospetti e non rendersi corresponsabile di misfatti talmente gravi da aver risvolti di carattere penale.

Ma proseguiamo, la Boschi si ritiene anche orgogliosa "di far parte di un Governo che esprime un concetto molto semplice: chi sbaglia deve pagare".

Ma che bello! Perché, Sig.ra Ministra, mi spieghi, i Governi precedenti esprimevano il concetto che chi sbaglia NON deve pagare? Finora l'Italia è vissuta nella barbarie e poi siete arrivati voi a ripristinare la giustizia?

Ma poi, dicendo quelle parole non fa altro che sbattersi la zappa sui piedi, perché se il Governo del quale lei fa parte esprime il concetto che chi sbaglia deve pagare, perché nel decreto approvato è stato inserito un comma fatto apposta per rendere praticamente impossibile agire nei confronti dei vertici dell'Istituto? Perché gli obbligazionisti che si sono ritrovati sul lastrico non potranno rifarsi sul patrimonio degli Amministratori?

Risulta infatti che in questi anni nei quali suo padre è entrato prima nel CdA (2011) e poi è stato nominato vice-Presidente di Banca Etruria (2014), mentre il patrimonio degli azionisti ed obbligazionisti è andato letteralmente in fumo, quello di suo padre si è moltiplicato. Pierluigi Boschi infatti si è intestato diversi immobili (mica era scemo a comprare azioni ed obbligazioni della Banca, quelle le lasciava ai "gonzi"), soltanto le due case di Laterina, una di 6,5 vani e la villa di 13,5 vani più ampio garage sono valutate 600 mila euro, ma poi ci sono altri immobili a Gaiole in Chianti, Montevarchi, Loro Ciuffenina e Castiglion Fibocchi, senza valutare i terreni (comunque ingenti) le partecipazioni in diverse società fra cui l'azienda agricola personale (il Sig. Boschi ufficialmente fa il viticoltore) e naturalmente senza contare le disponibilità liquide che non si possono conoscere, quindi valutando solo gli immobili si arriva ad un patrimonio di 1 milione e 173 mila euro!

E tutto questo ben di Dio, lievitato in questi ultimi anni, non potrà essere nemmeno sfiorato perché in quel Decreto del Governo è stato aggiunto quel comma che impedisce ai risparmiatori, anche se truffati, di rivalersi sugli Amministratori!

Alla faccia di "chi sbaglia deve pagare"! Impedire a chi è stato truffato di rivalersi sui truffatori non si può definire neppure come un "normale" autogol, cioè di quelli che si fanno involontariamente, questo è un autogol fatto da chi si è venduto la partita, dire che si è per la giustizia e comportarsi proprio in maniera opposta è un comportamento spregevole.

Ed ancora la Boschi ci aggiorna sul numero delle azioni possedute dal suo nucleo familiare, ebbene, lei stessa era proprietaria di 1.557 azioni di Banca Etruria acquistate a poco meno di un euro, visto il prezzo di carico è presumibile che l'acquisto risalga al 2013, comunque la Ministra non aveva fatto "l'investimento della sua vita" visto che si trattava di circa 1.500 euro.

La Ministra poi specifica che la madre era intestataria di 2.013 azioni i due fratelli minori rispettivamente di 1.847 e 347 azioni, mentre il padre deteneva 7.550 azioni, sottolineando inoltre che gli ultimi movimenti, in acquisto o in vendita, che i membri della famiglia avevano eseguito con le azioni di Banca Etruria risalgono al luglio 2013 (probabilmente quindi in occasione dell'ultimo aumento di capitale).

Ma anche questa informazione, che la Ministra ci dà trionfalmente per dimostrare che Banca Etruria non è "la Banca della famiglia Boschi" ... si rivela un boomerang.

Non soffermiamoci sul numero davvero insignificante di azioni in capo alla moglie ed ai figli del Sig. Boschi, sul quale ci si dovrebbe interrogare, ciò che fa ancora più specie è proprio l'esiguità del numero di azioni in capo al padre.

Non ci viene fornito il prezzo di carico di queste azioni, né se in precedenza il pacchetto azionario in capo al Sig. Pierluigi fosse più nutrito e successivamente egli avesse ridotto l'investimento (questo sarebbe molto più grave), sappiamo soltanto, visto che ce lo dice la Ministra, che dal luglio del 2013 nessun membro della famiglia esegue operazioni su azioni Banca Etruria, quindi, certamente il padre non acquista azioni dopo esser stato nominato vice-Presidente.

Ebbene forse non è chiaro a tutti, ma questo è uno scandalo! Cercherò di spiegarmi.

E' vero che siamo in presenza di una Banca Popolare pertanto il voto in assemblea è capitario, ciò significa che i voti dei soci valgono tutti "uno" indipendentemente dal numero di azioni possedute. Quindi il voto di chi possiede una sola azione vale come quello di chi possiede un milione di azioni, ma ... Ma è ovvio che chi ricopre incarichi di prestigio o ruoli importanti anche in una Banca Popolare si dà per scontato che possieda un nutrito pacchetto azionario, soprattutto poi se l'azienda si trova in difficoltà.

Vien naturale infatti fare una semplice considerazione: se chi amministra e gestisce l'azienda è il primo a non credere nelle potenzialità della stessa, e quindi si guarda bene dall'acquistare azioni, come può pensare che sia il semplice correntista a sottoscrivere i titoli della Banca?

Probabilmente un qualsiasi anonimo cassiere di Banca Etruria avrà avuto più azioni del vice-Presidente Pierluigi Boschi, visto che certamente la dirigenza avrà spinto i dipendenti oltre che a "piazzare" i titoli azionari ed obbligazionari fra parenti e conoscenti, anche a sottoscriverli personalmente.

E quindi, cara Ministra Boschi, dichiarando il numero di azioni possedute dalla sua famiglia non fa certo una bella figura, anzi! Vi siete guardati bene dall'acquistare azioni ed obbligazioni di Banca Etruria, vero? Il papà conosceva certamente la vera drammatica situazione economica in cui si trovava la Banca e vi avrà certamente consigliato di investire i vostri risparmi in altro modo.

Per cui, cara Ministra Boschi, se suo padre, come lei dice, è "una persona per bene" ha una sola cosa da fare, rinunciare allo scandaloso comma che lo mette al riparo dall'essere chiamato a rimborsare tutti i creditori della Banca, ed in particolare coloro che sono stati truffati e mettere a loro disposizione TUTTI i suoi averi. Guardi che non è una cosa anomala, le "persone per bene" lo fanno sempre! Quando sbagliano cercano di ripagare i propri errori, fino all'ultimo centesimo.

Quindi metta in vendita tutti i terreni e gli immobili, compresa la villa da 13,5 vani, e metta a disposizione l'intero ricavato a favore degli obbligazionisti di Banca Etruria, tanto non muore certo di fame, ha perso sì la poltrona di vice-Presidente in Banca Etruria, ma gliene restano altre 14 (quattordici), ebbene sì il Sig. Boschi è: Presidente del CdA di tre diverse aziende (società agricole e coop), vice-Presidente di altre due, e consigliere d'amministrazione in un'altra miriade di società.

Leggi tutti gli articoli su: Maria Elena Boschi, Banca etruria, Pierluigi Boschi

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