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Categorie: Politica, Immigrazione
In Veneto un nuovo modello di accoglienza per minori stranieri non accompagnati
Giovedi 10 Dicembre 2015 alle 18:22 | 0 commenti
Regione Veneto
Il Veneto sperimenta un nuovo modello di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati: la Regione, su proposta dell’assessore al sociale Manuela Lanzarin e d’intesa con i Comuni capoluogo e il Garante dei diritti alla persona, affianca alle comunità d’accoglienza per minori anche la possibilità dei gruppi-appartamento, in semi-autogestione.
“Una risposta diversa rispetto alla tradizionale comunità per minori – spiega l’assessore Lanzarin – dettata dalla necessità di fronteggiare una realtà in continuo divenire, legata ai nuovi flussi migratori, e di  rispettare e tutelare le diverse esigenze dei minori stranieri: sono adolescenti tra i 16 e i 17 anni, dotati di uno spiccato senso dell’autonomia, spesso più maturi della loro età , con un vissuto personale e familiare del tutto diverso da quello dei minori italiani accolti in comunità . Per questo abbiamo deciso di sperimentare un nuovo modello di accoglienza che acconsentirà di accompagnare gli adolescenti stranieri in un modo più adeguato alle loro esigenze e con costi inferiori per i Comuniâ€.
Ad aprile 2015 in Veneto risultavano 176 minori stranieri non accompagnati, accolti in 23 comunità o strutture protette; quasi tutti erano ultraquindicenni (l’82% tra i 16 e i 17 anni, con netta prevalenza dei 17enni) e in larga prevalenza di sesso maschile.  Il modello sperimentale approvato ora dalla Regione, e proposto a Comuni e comunità alloggio, prevede che i minori stranieri non accompagnati siano accolti nelle comunità alloggio al massimo per 60 giorni, dove verranno seguiti da una equipe multidisciplinare che ne valuterà caratteristiche, problemi e potenzialità . Dopo tale periodo i ragazzi dotati di buona autonomia gestionale saranno accolti in appartamenti, a piccoli gruppi (al massimo di 6), secondo un progetto educativo che vede la presenza due ore al giorno di educatori e mediatori culturali e la costante presenza notturna di un responsabile. I ragazzi saranno inoltre impegnati in attività diurne di istruzione, formazione e lavoro, presso strutture e centri specializzati.
La sperimentazione durerà un anno, al termine del quale si valuteranno i risultati. “Abbiamo raccolto segnalazioni ed esperienze di molti enti locali – commenta l’assessore – e crediamo che la proposta dei gruppi-appartamento possa rappresentare un modello innovativo adeguato alle esigenze di questa nuova categoria di minori, in continuo aumento, più sostenibile per i bilanci degli enti locali e rispettoso delle caratteristiche delle comunità alloggio, pensate per accogliere e accompagnare bambini di età inferiore, con altri tipo di problematiche e di fragilità . L’obiettivo è quello di non farci trovare impreparati di fronte ad un fenomeno in costante aumento: a fine 2014 in Italia i minori stranieri non accompagnati risultavano essere oltre 10 mila e nei primi quattro mesi del 2015 il loro numero è aumentato di altre 2 mila unità . Spesso di loro perdiamo le tracce, se non potenziamo e differenziamo le possibilità di accoglienzaâ€.
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