Gian Carlo Caselli apre il Festival dell’agricoltura di Bressanvido
Martedi 27 Settembre 2016 alle 14:54 | 0 commenti
Coldiretti Vicenza
Legalità e trasparenza per sconfiggere il falso made in Italy che sottrae all'agroalimentare, anche vicentino e veneto, milioni di euro, portando alla chiusura delle aziende agricole e determinando un danno all'economia difficile persino da stimare. C'è grande attesa per l'evento di apertura del Festival dell'agricoltura di Bressanvido, che vedrà protagonista Gian Carlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare.
Mercoledì 28 settembre alle 20.30 a Villa Mezzalira in via San Benedetto 78 a Bressanvido, infatti, Coldiretti Vicenza e l'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare, con il patrocinio del Comune di Bressanvido, organizzano un'appassionante conversazione tra il presidente Gian Carlo Caselli, il presidente di Coldiretti Veneto Martino Cerantola ed il giornalista Piero Erle. "La criminalità organizzata si combatte con la trasparenza, soprattutto in un settore come quello agroalimentare - spiega il presidente di Coldiretti Veneto Martino Cerantola - dove è particolarmente rilevante il flusso commerciale, con circa un terzo (33 per cento) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio made in Italy che contiene materie prime straniere all'insaputa dei consumatori a danno delle aziende agricole". In un momento difficile per l'economia Coldiretti, attraverso la promozione dell'Osservatorio, intende portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e dare completa attuazione alle leggi nazionale e comunitaria, che prevedono l'obbligo di indicare in etichetta l'origine degli alimenti. Ma è necessario che sia anche resa trasparente l'indicazione dei flussi commerciali con l'indicazione delle aziende che importano materie prime dall'estero e venga bloccato ogni finanziamento pubblico alle aziende che non valorizzano il vero made in Italy dal campo alla tavola. "Si parla di un volume d'affari complessivo annuale dell'agromafia salito a ben 16 miliardi di euro - conclude il presidente Cerantola - in netta controtendenza rispetto alla fase recessiva del Paese, perché la criminalità organizzata trova terreno fertile proprio nel tessuto economico indebolito dalla crisi. Per raggiungere l'obiettivo criminale i clan ricorrono a tutte le tipologie di reato tradizionali: usura, ma anche a furti di attrezzature e mezzi agricoli, abigeato, macellazioni clandestine o danneggiamento delle colture con il taglio di intere piantagioni ma con i classici strumenti dell'estorsione e dell'intimidazione impongono anche la vendita di determinate marche e determinati prodotti. Proprio per questo è importante promuovere informazione ed insistere sull'applicazione di rigorose norme a tutela della legalità e della trasparenza".
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