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Blocco assunzioni, Zaia: sentenza storica Corte Costituzionale dà ragione al Veneto

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 22 Dicembre 2015 alle 21:29 | 0 commenti

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Regione Veneto

“E’ una di quelle vittorie che lasciano il segno, dalle quali si trae una grande forza a continuare lungo la strada intrapresa, incoraggiati a perseguire con ancora più entusiasmo quei traguardi che, se prevarranno come in questo caso buonsenso e giustizia, non sono affatto una chimera, ma rappresenterebbero una conquista storica per il nostro Paese, i traguardi dell’autonomia e del federalismo”.

Commenta con enorme soddisfazione, il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, la sentenza n. 272, depositata ieri, con la quale la Consulta ha dichiarato incostituzionale l’art. 41, comma 2, del decreto legge n. 66 del 2014, che imponeva un blocco delle assunzioni per tutte le Regioni: un classico intervento “orizzontale” che non considerava in alcun modo se le politiche in materia di personale attuate dalle singole amministrazioni fossero virtuose o meno.

Ebbene, i giudici della Corte Costituzionale hanno dato ragione al Veneto la cui  Regione, difesa dagli avvocati Luca Antonini e Ezio Zanon, era stata l’unica a impugnare questa disposizione. 

“La nostra Regione – spiega Zaia – che per il personale spende complessivamente 149 milioni di euro, veniva assurdamente posta sullo stesso piano di altre che, pur avendo la stessa popolazione, spendono il doppio come la Campania, 303 milioni di euro o addirittura oltre dieci volte tanto, come la Sicilia, che spende nientemeno che 1.664 milioni di euro. In termini pro capite la virtuosità del Veneto è ancora più evidente: la Sicilia sborsa 115 euro, la Campania 24,23 euro, il Veneto 11,53 euro”.

Nonostante queste differenze abissali, la norma impugnata faceva divieto persino di stipulare semplici rapporti di Co.Co.Pro in caso di sforamento dei tempi di pagamento ai fornitori, senza considerare che per una Regione virtuosa come il Veneto il problema poteva essere determinato proprio dalla norma stessa, che impediva di potenziare le strutture addette ai pagamenti a fronte delle varie e complesse riforme introdotte dallo stesso Governo, come quella della fattura elettronica, split payment, armonizzazione dei sistemi contabili, ecc.  

"Non può essere trascurato nemmeno il fatto – scrive tra l’altro la Corte Costituzionale –  che la norma non tiene conto della situazione dell’ente pubblico dal punto di vista della dotazione di personale. A seconda di tale situazione, l’afflittività della sanzione in essa prevista può variare imprevedibilmente e risultare eccessiva (e, dunque, sproporzionata) proprio per quelle regioni che, negli ultimi anni, hanno ridotto la propria spesa per il personale".

“E’ una sentenza innovativa con la quale si fa davvero giustizia – sottolinea ancora Zaia –. Applicando il principio costituzionale di proporzionalità, la Consulta per la prima volta bacchetta sonoramente il Governo che non ha ‘opportunamente graduato’ il suo intervento, non distinguendo tra Regioni virtuose e Regioni non virtuose. Finalmente è accaduto quello che noi chiediamo da sempre, un metodo e un principio  che ci auguriamo possa valere anche per il futuro, su questioni sia relative ai tagli lineari che il Governo continua imperterrito a praticare, sia relative alla perdurante mancata considerazione dei costi standard”. 


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