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Bitcoin, nasce la prima startup con 18 soci nel nordest

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 15 Luglio 2016 alle 17:53 | 0 commenti

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Inbitcoin

È nata in Trentino Alto Adige (Rovereto, TN - ma ha una sede anche a Milano) la prima startup fintech dedicata allo sviluppo di prodotti e servizi per l'utilizzo di Bitcoin costituita da 18 soci fondatori e con capitale interamente privato dei lavoratori, che sono designer, programmatori, docenti di Leadership all'Università Bocconi, DevOps. Al centro il bitcoin, una moneta digitale open-source fruibile via internet e accessibile attraverso il proprio smartphone. Una moneta creata nel 2009 da Satoshi Nakamoto, nominato al Nobel per l'economia per il 2016.

Scambiato in tutto il mondo con le altre monete, nel 2015 il prezzo di 1 bitcoin ha registrato una variazione tra i 150 e i 400 euro. A metà 2016 vale circa 550 euro.

Parliamone direttamente con Marco Amadori (foto) uno dei soci di inbitcoin.

Qual è la situazione del bitcoin in Italia?

Normalmente l’Italia è più arretrata tecnologicamente di altri Paesi del Nord Europa, e il Bitcoin non fa eccezione: ci sono più bitcoiners in Olanda, Germania e Regno Unito di quanti ce ne siano in Italia. Ma la situazione attuale potrebbe rovesciarsi molto in fretta, perché le persone che traggono maggior beneficio dall’uso dei bitcoin sono i turisti e i possessori di smartphone. Per il turismo non c’è un Paese come l’Italia al mondo, e gli italiani svettano nelle classifiche europee come numero di telefoni mobile per abitante. Inoltre in Italia abbiamo alcuni tra i banchieri più esperti al mondo in questa tecnologia.

Qual è la particolarità di Inbitcoin?

È l’unica startup italiana che lavora col bitcoin che ha al suo interno sia un team strutturato aziendale e di vendita, sia un team di sviluppo. Possiamo tradurre così idee innovative in servizi e prodotti funzionanti.

Cosa significa per voi innovazione?

Oggi grazie ai bitcoin e ai QR code associati si può comprare una birra quando si è in auto nelle vicinanze del locale e ancora prima di entrarci: un servizio che forniamo anche noi, ed è già operativo in Trentino Alto Adige. Si può anche contribuire al restauro di un'opera, grazie ad un QR code posto a lato di essa nei musei: per ora è solo un'idea, ma ci sono già dei partner museali con i quali stiamo discutendo.

Per noi innovazione significa anche attenzione alle persone della nostra azienda: all'interno di Inbitcoin la settimana lavorativa è di 32 ore, da lunedì a giovedì, perché i dipendenti devono avere tempo per le loro passioni. I nostri dipendenti vengono pagati in bitcoin, giornalmente. Ma fra un paio di mesi saremo la prima azienda al mondo a pagare gli stipendi più volte al giorno, direttamente sullo smartphone del dipendente.

Innovazioni tecnologiche mondiali stanno alla base di alcuni servizi forniti dalla vostra azienda...

Sì, abbiamo una tecnologia che non ha eguali, che ha come codename “PerSempre”, e serve per scrivere e leggere dati arbitrari sulla blockchain (cioè la struttura dati che memorizza in modo permanente in un database inalterabile tutte le “transazioni” bitcoin che sono avvenute a partire dalla nascita della valuta digitale).

Abbiamo inoltre creato un'App per i bitcoin. Ne esistono già tre; due create da aziende americane e una creata da un'azienda italiana, ma esse non offrono servizi e consulenze personalizzati e non sono pensate per i commercianti o per le PMI, come la nostra.

Come è nata Inbitcoin?

Nel 2014, quando ero tecnologo presso la Fondazione Bruno Kessler di Trento e mi occupavo di Web Semantico e Data Augmentation, ricevetti l'incarico di preparare un seminario sulle tecnologie bitcoin. Fu un successo e da allora lo studio di bitcoin divenne per me una priorità. Ogni mia ora era dedicata ossessivamente allo studio della tecnologia e si insinuava in me la voglia di occuparmene a tempo pieno. Da allora cominciai a creare una rete di professionisti che come me credono in questo sogno lucido, fino ad arrivare al 10 giugno 2016, quando la startup innovativa inbitcoin è diventata finalmente entità legale.

Leggi tutti gli articoli su: Bitcoin, Inbitcoin, Marco Amadori

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