Addio a Alvise Zorzi, Ciambetti: ha amato, e capito, come pochi Venezia e il Veneto
Lunedi 16 Maggio 2016 alle 00:25 | 0 commenti
Riceviamo da Roberto Ciambetti, presidente Consiglio regionale Veneto, e pubblichiamo
Scende il sipario su una grande figura e non si può non essere commossi. Quante anime ha Venezia? Non lo so, non lo possiamo sapere. Ha l’animo di Corto Maltese, di Bernardo Bembo, Andrea Navagero, di Marin Sanudo, Carlo Goldoni, quello trasgressivo di Baffo o di Casanova, il colore di Tintoretto e Tiepolo, la musicalità di Vivaldi o  quello geniale di Riccardo Selvatico e chissà di quanti altri.
Alvise Zorzi forse li riassumeva, e ci certo li capiva, tutti e forse proprio per questo è stato un maestro raffinato più unico che raro nel guidarci nella storia e in quella città che tanto amava.Â
Figlio di una poetessa futurista, per altro grande traduttrice di classici, era un uomo colto, elegante, cosmopolita che come pochi poteva leggere oltre le apparenze e rappresentare la vera e più intensa anima di Venezia e di quel Veneto che conosceva nei suoi aspetti più profondi.  Ci ha lasciato opere da leggere e rileggere, ma anche un esempio di coerenza e intelligenza unici: dobbiamo credere nella nostra cultura, nella nostra storia e identità che parlano di noi, anche grazie a uomini come Alvise Zorzi, alla loro cultura raffinata, al mondo. Â
Adesso, e per sempre, è nel cielo dei grandi che hanno amato, e capito, come pochi, la loro Venezia e il Veneto.
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