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Volley e giornalismo, il vicentino Mauro Fabris sulla querelle con "l'ex" biancorosso Luca Muzzioli: in tribunale ha vinto lui ma...

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Lunedi 26 Ottobre 2015 alle 00:15 | 1 commenti

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Domenica 18 ottobre abbiamo raccontato quella che definivamo «una storia di giornalismo libero e sport (in questo caso il volley)», storia doppiamente  vicentina, perché, scrivevo, riguarda in primis il vicentino di Camisano Mauro Fabris, presidente dal 2006 della Lega Pallavolo di Serie A Femminile, incarico a cui lo avevo candidato io, allora presidente del club di volley rosa di Vicenza, che avevo prima convinto la Foppapedretti Bergamo a ritirare il suo candidato e poi col club bergamasco avevo fatto convergere l'unanimità della Lega sull'ex nostro politico.

Ma questa storia, aggiungevo, è «vicentina anche sul fronte della stampa indipendente perché opposto a Fabris c'è Luca Muzzioli, giornalista professionista e direttore responsabile, oltre che editore di riferimento, di Volleyball.it, il più prestigioso mezzo del settore, che nel suo percorso di formazione è passato, lasciando un ottimo ricordo, anche a Vicenza dove è stato responsabile dal 1998 al 1999 della comunicazione del locale club di volley femminile di serie A da me gestito fino a quando "imprenditori" locali (Mario Novello, Franco Ferappi, Piero Di Stefano, Fabrizio Padrin e lo scomparso Angelo Mapelli) non lo hanno portato al fallimento alla fine del loro primo e unico anno di "presa del potere" favorita da vicende che ancora oggi sono a dir poco grige».

Nel mio scritto ricostruivo, in base ai miei ricordi, alcuni incroci successivi al 2006 tra Fabris e il club biancorosso, e raccontavo di una storia di querele e di richieste di danni milionari della Lega e del Presidente contro Muzzioli, chiamato a rispondere del suo comportamento (forti e dure critiche alla Lega, al presidente e ad alcuni altri suoi vertici) anche di fronte all'Ordine dei Giornalisti.

Avevo, poi, fatto contattare dal nostro Pietro Rossi anche Fabris per conoscere subito la sua versione sulla "doppia assoluzione" di Muzzioli (ritenevo Rossi più adatto di me a trattare il caso perchè non "condizionato" da alcuni miei convincimenti, magari errati, sul presidente) ma questo portava Fabris a contattare me, con qualche scontro e qualche chiarimento.

Sulla questione volley vicentino dei miei anni e Presidenza di Lega tornerò con calma sentendo, quindi, sul passaggio dalla mia gestione a quella targata fallimentarmente Novello, Ferappi & c., il presidente Fabris, che si dice pronto a raccontarci qualche cosa in più, oltre a quanto, con qualche errore di date e passaggi societari, scrive nella lettera, che Rossi riceveva da lui sulla sua posizione riguardo alla querelle col collega Muzzioli, senza poter avere la possibilità di un eventuale contraddittorio, magari solo per chiarire meglio i fatti.

Rimane il fatto, non posso non dirlo, che il Tribunale e l'Ordine dei Giornalisti hanno ritenuto lecito criticare, sia pure con modi ed espressioni "forti", Lega & c.da parte di Muzzioli, mentre Fabris espone argomenti, interessanti, ma su cui si potrebbe scrivere tanto, pro e contro.

Ma ecco il Fabris pensiero

Il direttore

 

Caro Direttore, con riferimento all'articolo pubblicato su VicenzaPiù dal titolo "Mauro Fabris contro Luca Muzzioli: anche nello sport vince il giornalismo contro il ‘potere'. Lo decidono Ordine e Tribunale", non mi ritrovo nella rappresentazione della mia storia personale e professionale, oltreché della vicenda Lega-Muzzioli, come da lei scritto. Mi viene persino da sorridere pensando al fatto che usa il solito ritornello del giornalismo libero che vince contro il potere. Se non altro per il fatto che di potere veramente ne ho sempre avuto poco e oggi quel poco certo non c'è più, visto che da sette anni non ho alcun tipo di incarico o responsabilità politica. Ma tant'è, oggi buttarla in 'politica', o meglio contro la politica viene facile.
Mi appello alla sua onestà intellettuale quantomeno per riconoscere che il mio percorso professionale, dunque gli incarichi che i privati, non i politici, professionalmente mi hanno dato prima e dopo la mia esperienza parlamentare (12 anni su 57 vissuti) certo non deriva da quel 'tradimento' (?) del 2008 che lei richiama. Ma di questo spero di avere altre occasioni di approfondimento con lei, fermo restando che non c'è nessuna mia biografia 'autorizzata', come lei cita nel suo testo rinviando a Wikipedia. Così come spero, caro Direttore, ci sia anche modo di ricostruire la verità riguardo alla storia di Più Sport Vicenza srl e di Joy Volley srl e al trasferimento del titolo sportivo a Joy Volley Vicenza srl nella stagione 2009-2010. Non fu un trasferimento 'allegro', piuttosto fu ammesso da Fabris & C. solo e unicamente perché consulente-garante per l'ammissione di Joy Volley a quel Campionato fu proprio Lei, caro Direttore.
Con riguardo invece alla vicenda Volleyball.it-Lega, mi preme solo sottolineare alcune cose: io appartengo a quella categoria di cittadini che pensano che le sentenze della Magistratura si accettano e non si commentano.
Quindi prendo atto della sentenza con cui il Giudice di Milano non condanna il Muzzioli di Volleyball.it a pagare i danni di immagine arrecati alla Lega Pallavolo Serie A Femminile a Patrizio Ginelli per molti anni in CdA e Vice Presidente pur in rappresentanza di Società via via diverse, alla Responsabile della Comunicazione Consuelo Mangifesta e a me per i "giudizi astrattamente lesivi dell'onore e della reputazione", così riconosce lo stesso Magistrato nella sentenza.
Per la Lega comunque la vicenda finisce qui. Tant'è che il CdA di Lega ha valutato di non ricorrere contro la stessa sentenza come la Legge avrebbe consentito. Stessa posizione è stata pubblicamente espressa dal Muzzioli di Volleyball.it. Infatti riteniamo che sia molto sottile, opinabile, labile il distinguo tra il sacrosanto diritto di critica - specialmente quando esso trascende, come nel caso del Muzzioli, in attacchi e aggressioni personali - e lo sconfinamento nella pura contumelia, nella denigrazione, nel mero disprezzo, nelle offese gratuite, nella calunnia, in danno della reputazione delle persone. Non a caso, nel merito, gli stessi Giudici, pure a Milano, si esprimono spesso in maniera contrastante tra di loro giudicando i fatti lesivi dell'altrui onore e reputazione. Lo stesso Magistrato che non ha condannato Muzzioli, nel maggio 2014 condannò "per diffamazione a mezzo stampa lesiva della reputazione e dell'onore" il giornalista Alessandro Sallusti solo per aver dato del "padrino" all'imprenditore Carlo De Benedetti.

Non commento dunque il provvedimento del Giudice. Devo però constatare che Volleyball.it nel riportare la notizia, come da lei ripresa su Vicenza Più, pubblicando alcuni stralci della sentenza di Milano, ricasca quantomeno - possiamo dirlo? - in un'informazione parziale. Guarda caso Volleyball.it non pubblica lo stralcio della sentenza in cui il Giudice non condanna la Lega a rimborsare le spese sostenute in giudizio dal Muzzioli. Egli ha infatti stabilito che "le spese del giudizio siano compensate tra le parti". Normalmente se la domanda giudiziale viene considerata del tutto infondata il Giudice condanna chi la promuove, in questo caso la Lega, a risarcire la controparte per le spese della propria difesa a cui è stata costretta. Ma così non è accaduto in questa occasione. Di nuovo, lo stesso Magistrato che non ha condannato Muzzioli in primo grado, il 27 giugno 2015 condannò Luca Cordero di Montezemolo, all'epoca dei fatti Presidente della Ferrari, a pagare le spese processuali al giornalista Oscar Giannino portato dallo stesso Montezemolo in giudizio con l'accusa di diffamazione a mezzo stampa.
Evidentemente il Giudice non se l'è sentita nemmeno di ritenere del tutto infondate le nostre richieste.
La seconda parte della sentenza che Volleyball.it si guarda bene dal riprendere riguarda il passaggio in cui il Giudice, con una certa ironia, sottolinea come gli articoli di Muzzioli non si segnalino certo "per eleganza stilistica e per rigore sintattico". Ma forse di questo dovrebbe proprio preoccuparsi quell'Ordine dei Giornalisti che 'ovviamente' ha mandato assolto il collega Muzzioli. In ogni caso, caro Direttore, la libertà di stampa in questo paese non è certo in pericolo. E lei, proprio per il rilievo della Sua personalità, non può scrivere di essersi sentito usato da me.
Cordialità
Dott. Mauro Fabris


Commenti

Inviato Lunedi 26 Ottobre 2015 alle 01:31

La solita minestra riscaldata... Lo “Sceriffodeldopingamministrativo” Mauro Fabris oramai interviene solo in fotocopia, in una sorta di arrampicata sugli specchi in loop. Questo suo intervento - qui firmato - è stato infatti proposto in fotocopia sul sito della sua legafemminile di pallavolo qualche giorno fa (non firmato, pare che non tutti i suoi club apprezzino il suo utilizzo privato del sito di legadonne). Insomma, niente di nuovo quindi, solo aria fritta da bravo politico cerchiobottista.

Vorrei però precisare che:

1) Negli articoli da me pubblicati su Volleyball.it ho trascritto un estratto del lungo giudizio emesso del Giudice del tribunale di Milano, in allegato però ho allegato - scaricabili - tutti i documenti originali, completi. Con tanto di passaggi su spese legali e giudizi sulla mia sintassi... Quando la legafemminile mi querelò pubblico sul proprio sito la notizia della querela, nascondendo però l'ammontare spropositato della richiesta. Forse il signor Fabris si vergognava dell'assurdità dell'atto?

2) Lo Sceriffodeldopingamministrativo Mauro Fabris dice di non voler commentare il giudizio del giudice ma allo stesso tempo cambia le carte in tavola dello stesso giudizio… Lui e la sua lega hanno chiesto quasi 2.000.000€ di “danni”. La richiesta è però stata rispedita al mittente, così come le pretese per una mia presunta diffamazione....

3) Nessun personaggio della querelle ha subito contumelie, offese, nessuno ha visto la propria personale dignità calpestata. Il giudizio infatti riporta: "Negli scritti in questione e per l’uso degli ironici appellativi utilizzati dal giornalista - in modo ripetitivo nei vari pezzi oggetto di causa - non possono ritenersi nel caso concreto superati i limiti del legittimo esercizio del diritto di critica. In particolare, tenuto conto del tema oggetto di critica (gestione della Lega Pallavolo) oltre che del contesto in cui sono state pubblicate, talune espressioni caricaturali utilizzate dal giornalista non si traducono in gratuiti attacchi alla dignità dei vertici della Lega Pallavolo e non costituiscono “argumenta ad hominem” ai danni delle persone fisiche che ricoprivano le cariche di presidente e di vice presidente dell’ente attore, in quanto paiono strumentali ad esprimere lo sferzante giudizio critico del giornalista, come ritenuto anche dall’Ordine Professionale di appartenenza che ha escluso di ravvisare profili disciplinari a carico del Muzzioli”.

4) Lo Sceriffodeldopingamministrativo, Mauro Fabris - che parla di libertà di stampa non minacciata , ha però querelato me e la mia struttura editoriale - una micro realtà senza appoggi politici e/o sostegni economici di grandi gruppi editoriali - per un totale di circa 2.000.000 di € di presunti danni. Immagine? Altro? Non è dato saperlo, visto che nel giudizio si legge che “Gli attori non hanno neppure allegato di aver subito danni patrimoniali (pur chiedendo il risarcimento) come conseguenza delle pubblicazioni di cui si discute”. Ho vissuto 2 anni - il tempo del procedimento - con il 'peso' di questa causa sulle spalle. L'ignaro che legge questa vicenda che significato attribuisce alla richiesta di 2.000.000 di euro ad un piccolo editore, ad un giornalista indipendente? Ditelo voi.

5) In nessun passaggio del giudizio finale è evidenziato che quanto da me riportato è falso, errato, artefatto. Dal quando questa lega senza futuro mi ha fatto causa e ha cercato con mille artifici di rendermi impossibile il diritto al lavoro (L'Ordine dei Giornalisti ha scritto: "Di certo, Muzzioli ha operato senza farsi condizionare dalla potente organizzazione sportiva che, nei confronti del giornalista, ha avuto atteggiamenti per nulla collaborativi e trasparenti") dalla lega pallavolo serie A femminile non è mai partita una richiesta di rettifica, di smentita o altro...

6) Il CDA di legapallavolofemminile ha detto basta a questa farsa e impedito eventuali ricorsi. Lo Sceriffodeldopingamministrativo ora quindi è costretto a sostenere la tesi che la vicenda per loro è finita qui… Ma se non ho scritto il falso, se non ho fatto gratuiti attacchi alla dignità di alcuno, etc, etc… Se danni non ne esistevano, perché questa vicenda è iniziata?

7) Perché dopo aver perso la causa e aver così ora deciso che la vicenda per lui - lo Sceriffodeldopingamministrativo - è chiusa, la sua legapallavolofemminile non ha invitato la mia testata alla conferenza stampa di presentazione del campionato? (Ostracismo che si verifica regolarmente oramai da diversi anni…). Senza dimenticare le difficoltà incontrate nei primi anni della querelle nella concessione degli accrediti stampa per gli eventi sportivi di lega e - quando ci venivano concessi dopo aver scomodato le associazioni di categoria - il posizionamento in angoli delle tribune stampa fortemente penalizzati nella visuale…

Contento lui...
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