Rinvio delle Unioni Civili, su VicenzaPiùTv la rabbia di Arcigay nella video intervista al presidente Stella
Mercoledi 17 Febbraio 2016 alle 18:46 | 2 commenti
Il rinvio chiesto dal Partito Democratico nell'aula Senato, sembra alla prossima settimana, con il ritorno in commissione della discussione sul disegno di legge sulle unioni civili, ha destato scalpore. Il cambiamento di posizioni del Movimento 5 Stelle e le difficoltà dei numeri della maggioranza al Senato stanno creando discussione e in redazione in viale Milano è passato Mattia Stella, presidente di Arcigay Vicenza, per parlarne ai microfoni di VicenzaPiùTv con il direttore Giovanni Coviello.
A breve pubblicheremo l'intervista video, intanto di seguito alcune anticipazioni sui temi affrontati:
“C'è molta rabbia per il cambiamento di idea del Movimento 5 Stelle potevamo avere già la legge†esordisce così Stella che poi affronta il testo sulle unioni civili, a partire dal tema caldo bambini e adozioni:
“Le unioni civili non vengono equiparate alle coppie sposate, ma dà dei diritti ai bambini e doveri agli adulti. È diverso dalle esperienze su adozioni e utero in affitto che è stata usato come “ariete†per scardinare ddl Cirinnà : nel nostro paese esistono tantissimi bambini concepiti all'esterno del matrimonio, che non dovrebbero rimanere senza diritti".
Poi un passaggio sull'essere genitori:
“Essere genitori è cosa molto complessa e non dipende dall'orientamento sessuale, esistono genitori fantastici oppure che non sono all'altezza, sia che siano etero o gay, e bisognerebbe dare la possibilità a tutti i genitori di diventarlo. I bambini hanno il diritto di avere genitori che siano capaci di accudirli, e da sempre spesso sono stati cresciuti da altri soggetti, come ad esempio da madri e nonneâ€.
Poi sul tema coppie gay spazio al pensiero di Stella sulla questione Chiesa, papa Francesco, ortodossi, altre diverse religioni e sulle posizioni sugli omosessuali di alcuni consiglieri eletti Consiglio degli Stranieri.
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La "strepchild adoption", riguarda l'adozione del figlio naturale del compagno gay o della compagna lesbica.
Si presentano, così due situazioni non dette:
-a) il bambino rischia di avere 2 padri + 1 madre, oppure 2 madri + 1 padre;
-b) si ricorre "all'utero in affitto" (necessario per gay e lesbiche), ma si condanna il bambino -che NON può decidere- a non conoscere la madre naturale. Di più, in questo caso, la donna viene considerata un oggetto "usato (e pagato) per la sola riproduzione", ma perderà SUO figlio, portato in pancia per 9 mesi.
Ma le "femministe", come la pensano?