Popolare di Vicenza, a Prato la procura allarga l'inchiesta per estorsione
Giovedi 24 Dicembre 2015 alle 18:58 | 0 commenti
Salgono a dodici gli indagati dalla procura di Prato nell'ambito dell'inchiesta sui presunti raggiri subìti da una quindicina di soci della Banca Popolare di Vicenza. E in questi giorni i magistrati hanno dato inizio agli interrogatori dei funzionari coinvolti. L'indagine - parallela a quella avviata dalla procura berica (da cui invece non filtrano ad oggi notizie dopo la perquisione effettuata dalla GdF, vedi foto, ndr) - è la stessa che il 10 dicembre ha portato i finanzieri a eseguire una serie di perquisizioni in cinque filiali toscane dell'istituto di credito e nella sede centrale di Vicenza. Nell'occasione, le fiamme gialle di Prato avevano acquisito documenti cartacei ma anche materiale digitale, nella speranza che nelle e-mail scambiate tra i dirigenti della banca si nascondano le prove di quanto denunciato.
«C'è anche materiale interessante tra tutto quello sequestrato nelle filiali - ha spiegato il procuratore capo di Prato, Giuseppe Nicolosi - nei prossimi giorni ci raccorderemo con la procura vicentina per lo scambio degli atti».
I dodici indagati sarebbero tutti (o quasi) funzionari che lavorano in alcune delle sedi che Bpvi gestisce nelle province di Prato, Lucca e Pistoia. Il reato ipotizzato è quello di estorsione. In pratica, stando a quanto raccontato negli esposti, diversi imprenditori toscani sarebbero stati costretti ad acquistare decine di migliaia di euro di azioni della Popolare, altrimenti - sostengono - la banca minacciava di tagliare loro i fidi. Impossibile, quindi, rifiutarsi. Il risultato è che hanno comprato azioni a 62 euro l'una, per poi vedere il loro valore precipitare nell'arco di pochi mesi.
Top secret il contenuto degli interrogatori, anche se pare che i funzionari indagati abbiano negato di aver esercitato pressioni illecite sui clienti.
di Andrea Priante, da Il Corriere del Veneto
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