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Lo chef vicentino Cracco e il piccione cucinato: la difesa di Fondazione Cultura Rurale, Confavi, FederFauna

Di Emma Reda Lunedi 29 Febbraio 2016 alle 16:50 | 2 commenti

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Dopo che il presidente dell’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente, Lorenzo Croce, ha inoltrato alla Procura di Milano una denuncia all’indirizzo della chef stellato Carlo Cracco, vicentino divenuto anche star televisiva, per aver cucinato in una trasmissione televisiva un piatto a base di carne di piccione, arriva la difesa delle associazioni Fondazione Cultura Rurale, Confavi e FederFauna.

La Fondazione per la Cultura Rurale-onlus si schiera apertamente contro gli animalisti che hanno denunciato il famoso chef Carlo Cracco per aver proposto un piatto a base di piccione nel corso della nota trasmissione televisiva Master Chef.

Va ricordato agli animalisti – ha commentato il Presidente della Fondazione per la Cultura Rurale-onlus Vincenzo Forte – che i piccioni vengono utilizzati da molti secoli a scopo alimentare nel vicentino, nel Veneto ed in molte altre parti d’Italia, sicuramente da molto prima che si affacciassero i cultori del rispetto dei diritti degli animali a scapito dei diritti degli esseri umani.

Coerentemente con gli scopi statutari della nostra Fondazione che si impegna a tutelare tutte le attività che affondano le loro radici nella cultura rurale, daremo mandato ai nostri legali per contrastare qualsiasi iniziativa mirante a danneggiare l’immagine di chi, come lo chef Carlo Cracco, si prodiga per tutelare e promuovere i piatti tradizionali che fanno parte di quella cultura rurale che vogliamo tutelare.

L’Associazione Cacciatori Veneti – Confavi si schiera al fianco dello Chef Carlo Cracco. Riteniamo imbarazzante – ha dichiarato il Presidente Maria Cristina Caretta – che per garantirsi uno spazio sui giornali alcune associazioni animaliste arrivino addirittura a denunciare alla Procura della Repubblica uno Chef che sta preparando un piatto tipico nel rispetto della legge.-

- La nostra Associazione - ha annunciato la Presidente Maria Cristina Caretta – è pronta a mettere a disposizione dello chef Carlo Cracco i propri legali ed i propri esperti non solo per dimostrare che non è stato commesso nessun reato, ma anche per dimostrare l’insofferenza che una parte sempre più preponderante di opinione pubblica nutre nei confronti dell’integralismo animalista la cui pericolosità pare essere fin troppo sottovalutata.

FederFauna: grazie Cracco per promozione prodotti italiani, da animalisti la difendiamo noi.
Masterchef e' una bellissima trasmissione, che valorizza le produzioni italiane, compresi i piccioni.
Si apprende dai media che lo chef Carlo Cracco, nota star della trasmissione televisiva Masterchef, sarebbe stato denunciato da alcuni animalisti per aver cucinato in diretta tv un piccione, a loro dire, animale selvatico e quindi protetto.
La notizia non e' sfuggita a FederFauna, Confederazione  Sindacale degli  Allevatori, Commercianti e Detentori  di  Animali, che tra i propri iscritti annovera anche allevatori di piccioni.

FederFauna precisa quindi che il piccione non è un animale selvatico (lo è invece il colombaccio), ma un animale allevato con passione anche in Italia. Carlo Cracco percio', secondo la Confederazione, non ha commesso alcun reato, anzi, ha contribuito e contribuisce assieme ai suoi colleghi ad ogni puntata della trasmissione, a valorizzare le produzioni italiane animali e vegetali, base delle loro prelibate preparazioni.

FederFauna ritiene quindi che la denuncia degli animalisti sia solo una strategia per avere visibilita', mezzo infallibile per poi chiedere donazioni, ma che mai portera' ad un procedimento giudiziario. Tuttavia, nella denegata ipotesi che cio' possa avvenire, offre pubblicamente allo chef Cracco l'assistenza dei propri legali.


Commenti

Inviato Lunedi 29 Febbraio 2016 alle 18:54

Ma questi animalisti, verdi, ecologisti, ecc.....la dovrebbero SMETTERE. Da sempre l'uomo ha mangiato carne! Ora è Vietato perché lo dicono loro? Se parliamo di piccioni poi, hanno rovinato molti monumenti a Vicenza con il loro guano. Se a casa mia o un cuoco di grido fa "poenta e osei" pago la mia parte. Come bere il Clinto, non si può dicono. Chi l'ha detto? Nome e cognome di chi non fa vedere la faccia!
Inviato Mercoledi 2 Marzo 2016 alle 10:36

Interessante confronto.
Per curiosità, sembra abbia iniziato il Re nel 1931 a bloccare il clinto, vitigno importato dall'America, o almeno così diceva un articolo di giornale di qualche settimana fa.
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