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La provocazione di Forza Nuova: "abolire la ricorrenza del 25 aprile". Appeso nella notte striscione "Non vi libererete mai di noi"

Di Emma Reda Martedi 25 Aprile 2017 alle 08:12 | 0 commenti

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"Nell'attesa di un provvedimento che riconduca il giorno del 25 aprile alla sola festa di San Marco Evangelista - recita il comunicato che pubblichiamo dopo aver appeso uno striscione contro la Festa della Liberazione e diramato dalla segreteria provinciale di Forza Nuova e Lotta Studentesca  - esortiamo le istituzioni, in modo particolare i sindaci, ad avere il coraggio e la dignità, durante i loro discorsi, di spendere una parola per quei connazionali che, animati da un fervente amore per la Patria, la Fede e la Libertà, combatterono e caddero eroicamente 'dall'altra parte'. Lo stesso invito lo rivolgiamo ai docenti: parlate ai vostri alunni di questi crimini, affinché la loro formazione sia completa e non sia influenzata dalle menzogne".

Prosegue il comunicato "occcorre avere l'onestà di narrare le atrocità che si consumarono tra il Veneto e l'Emilia-Romagna, una bambina stuprata e uccisa (Giuseppina Ghersi), un giovane seminarista spogliato della sua veste talare e assassinato (Rolando Rivi), una strage di civili (Schio) e quella di militari della RSI trucidati dopo una resa accordata (Oderzo)".

"Fatti avvenuti, spesso, dopo il 25 aprile 1945 - continua la nota -, quando la guerra era finita, quando l'odio e la ferocia partigiana insanguinarono il nord Italia, non risparmiando nessuno: uomini, donne, bambini, anziani, civili, sacerdoti e militari. Un sospetto di 'simpatie' per il fascismo significava la condanna a morte e, se eri 'fortunato', passavi prima per un processo sommario. Oltre 20mila epurati nei mesi e negli anni successivi alla fine della guerra".
L'obiettivo di questo blitz, sostengono i militanti, è cercare di "rendere 'giustizia' a quei Patrioti che non la ebbero dai tribunali, dalle istituzioni e dalla politica. 100mila italiani morirono tra le fila della Repubblica Sociale Italiana e non possono essere lasciati nell'oblio".


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