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La propaganda di Renzi: torna l'Istituto Luce. Le slide "vendono il prodotto" su lavoro, PIL e investimenti stranieri in Italia

Di Giorgio Langella Sabato 13 Febbraio 2016 alle 23:54 | 0 commenti

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In questi giorni Matteo Renzi ha diffuso un video* che celebra i 24 mesi del suo governo. È qualcosa di molto simile a quelli che l'Istituto Luce diffondeva durante il ventennio fascista. Manca, certo, la voce narrante tipica dell'epoca, il fez e le immagini in bianco-nero, inoltre la musica che accompagna il nuovo video del "capo" è certamente accattivante, ma la propaganda dei 3 minuti scarsi del video è assolutamente comparabile. La segreteria di Renzi, in un messaggio via internet, ha inoltre chiesto di far girare "su Facebook, su Twitter, via email agli amici" alcune "slide" che dimostrerebbero la "quantità impressionante" delle riforme realizzate.

Quantità, si badi bene, e non qualità o risultati effettivamente ottenuti. Perché i dati forniti dalla propaganda renziana che dimostrerebbero i miracoli del presidente del consiglio sono parziali, limitati a qualche "segno più". Manifesti che servono a "vendere il prodotto", mai confrontati con la realtà e con quanto succede nel contesto internazionale. Con una odiosa patina agiografica da culto della personalità si vuole inculcare nell'opinione pubblica come sia stata l'azione del governo e le scelte "illuminate" di Renzi a consentire una ripresa definita spesso eccezionale. In poche parole, si vuol far credere che la crisi sia "dietro le spalle", che ormai "siamo fuori dal tunnel", che "l'Italia è la locomotiva d'Europa" ... slogan ripetuti da così tanto tempo e così frequentemente da risultare credibili anche se frutto di fantasia.

E, allora, vediamo i dati ottenuti dalla "quantità impressionante" di riforme approvate a forza di voti di fiducia, limitando il dibattito politico in Parlamento e nel paese, oscurando le notizie scomode, demonizzando chi dissente ...

Le "slide" sul lavoro, quelle che dovrebbero dimostrare il successo del "jobs act" sono emblematiche. Vediamone alcune.

Slide disoccupazione Renzi

La fonte di Renzi è l'ISTAT che riporta come il tasso di disoccupazione (stima provvisoria) sia, a dicembre 2015, effettivamente pari all'11,4%. Il 13,1% accreditato dal governo a "ieri" è, secondo l'ISTAT, il tasso calcolato (stima assestata) a novembre 2014 e non quello di dicembre 2014 (12,4%), quello di due anni fa (12,5% dicembre 2013) o quello precedente all'entrata in vigore delle "Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 183/2014"' (marzo 2015) che era pari al 12,2%. In ogni caso il calo c'è ma la la sua dimensione cambia, non c'è che dire.

Se poi si analizzanodati comparabili relativi agli occupati il discorso cambia ancora. Secondo i dati forniti in gennaio 2016 dall'ISTAT gli occupati a dicembre 2015 (stima provvisoria) sono pari a 22.469.661 unità. Quelli a dicembre 2014 (dato ormai presumibilmente "assestato") sono 22.360.473 e quelli di dicembre 2013 sono pari a 22.191.995. Se si leggono, invece i dati comparabili relativi alla stima provvisoria fornita da ISTAT l'anno scorso si scopre che in dicembre 2014 gli occupati furono calcolati (provvisoriamente) in 22.421.559 unità e a dicembre 2013 (dato presumibilmente "assestato") in 22.312.072 unità. Tra dicembre 2014 e dicembre 2015 è stato stimato un incremento di 109.188 occupati molto simile a quello stimato l'anno scorso tra dicembre 2013 e dicembre 2014 (109.487). Una strana coincidenza.

Se si comparano le stime provvisorie (plausibilmente elaborate in maniera tra loro analoga) tra il dato fornito a gennaio di quest'anno e quello fornito a gennaio 2014, l'incremento degli occupati è di appena 48.102 unità. Un'inezia che evidenzia come il famigerato "jobs act" non abbia incrementato l'occupazione. E tanto meno quella "stabile" dal momento che nel 2015 si è registrato uno spaventoso incremento dei voucher (la cosiddetta "nuova frontiera del precariato") che sono arrivati a novembre 2015 alla cifra di 102.416.348 (a novembre 2014 erano 61.129.114).

Senza contare che gli inattivi sono oltre 14 milioni, un record a livello europeo e che i lavoratori che non cercano più lavoro perché scoraggiati sono oltre 3 milioni e non vengono considerati disoccupati. Ma di questo Renzi e il suo governo tace.

Sempre sul fronte del lavoro, la propaganda di Renzi non dice nulla sull'incremento delle cosiddette "morti bianche". I lavoratori deceduti per infortuni sui luoghi di lavoro sono stati 678 nel 2015 (oltre 1.400 considerando i morti sulle strade o in itinere) e 661 nel 2014. Nel 2016 sono, al 12 febbraio, già 60 (almeno 130 considerando i morti sulle strade o in itinere). Una tragedia della quale il "democratico" Renzi preferisce non parlare e che è chiaramente frutto dello sfruttamento di chi vive del proprio lavoro.

Anche per quanto riguarda il prodotto interno lordo la propaganda di Renzi è prontamente smentita. La slide governativa, infatti, riporta (specificando che la fonte è l'ISTAT):

Slide Prodotto interno lordo RenziL'ISTAT ha appena divulgato il nuovo dato del PIL relativo al 2015 (corretto per gli effetti del calendario) che viene ridotto a un +0,6% ben inferiore a quello della propaganda governativa. Si dirà che sono decimali, ma uno "sbaglio" (favorevole al governo) dello 0,2% significa aver "gonfiato" il dato reale del 33,33%. Qualche decimale in più nel dato di "oggi" e il gioco è fatto. Così il miracolo del governo Renzi è "dimostrato".

 

Se si passa agli investimenti stranieri in Italia, i dati presentati dal governo (fonte Censis/Il Sole24ore) rivelano un aumento strabiliante.

Il problema è capire a cosa si riferiscono gli investimenti stranieri. Sono aperture di nuove attività o acquisizioni di attività produttive italiane esistenti? È, forse, una svendita del patrimonio produttivo nazionale (anche di industrie strategiche come Finmeccanica) e del "made in Italy" a padroni di altri paesi? In questo caso poco ci sarebbe da esultare. L'occupazione sarebbe garantita? Non c'è nessuna spiegazione al riguardo. Solo un paio di numeri che esprimono alcune quantità e nessuna qualità. E, soprattutto, nessuna prospettiva di effettivo sviluppo del paese. Il nostro paese si sta trasformando in terra di conquista per capitale estero che non produce ricchezza per noi ma solo profitti per gli investitori. La nostra industria diventa sempre più debole. È un ulteriore risultato inquietante di quella cessione di sovranità nazionale che subiamo con le imposizioni della grande finanza internazionale. Nulla di cui entusiasmarsi.

Intanto, mentre il governo esulta e propaganda risultati positivi che sono, di fatto, smentiti dalla realtà che si vive ogni giorno, la produzione industriale diminuisce a dicembre dello 0,7% rispetto a novembre.

Ma il governo ci mostra un "miracolo renziano" inesistente e continua in una dissennata politica che favorisce l'accumulo di grandi ricchezze, lo sfruttamento di chi vive del proprio lavoro, le speculazioni finanziarie, le privatizzazioni selvagge, le banche "di amici e parenti" che truffano i propri correntisti, i privilegi di chi effettivamente comanda. E fa poco o nulla per contrastare la corruzione dilagante e l'evasione fiscale che "godono di ottima salute" e pesano come un macigno sui cittadini che le tasse le pagano tutte e vogliono vivere onestamente.

Una situazione imbarazzante e pericolosa.

Leggi tutti gli articoli su: PIL, disoccupazione, Istat, propaganda, Investimenti, Matteo renzi, Slide

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