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Riceviamo dal Coordinamento Cristiani per la Pace e pubblichiamo questo invito a partecipare al Rosario che verrà recitato al capitello in viale Arturo Ferrarin mercoledì 15 novembre, con il quale si pregherà per una rapida conclusione del conflitto in Aceh. Quest'ultima è una provincia autonoma dell'Indonesia, situata nell'estremità settentrionale dell'isola di Sumatra. Dal 1976 è teatro di una guerra tra i ribelli del Movimento Aceh Libero (GAM) e l'esercito indonesiano.

I morti, secondo le fonti più accreditate, sono almeno 12mila, ma altre fonti parlano di 50mila, o addirittura 90mila.

Nel primo Mistero verranno ricordate tutte le vittime. La popolazione della parte settentrionale dell'isola di Sumatra è coinvolta negli scontri tra gruppi indipendentisti ed autorità centrali indonesiane, in un contesto di tensioni legate all'integralismo islamico ed enormi difficoltà causate da eventi catastrofici naturali come lo tsunami ed il terremoto.

Nel secondo Mistero si pregherà per i più deboli, per i bambini, le donne, i lavoratori, le persone semplici.Come sappiamo le situazioni di conflitto non aiutano certo ad affrontare i problemi delle persone. Se pensiamo a questi dati del rapporto Caritas riferiti all'Indonesia intera, ci rendiamo subito conto di chi sono le vittime. L'Indonesia per quanto riguarda l'indice di sviluppo, si colloca al 110 posto, su 188 paesi presi in considerazione; l'11.3% della popolazione risulta essere al di sotto della linea di povertà e il 16.2% vive con $1.25 al giorno; nel 2013, il valore di mortalità infantile era di 24,5 bambini su 1.000 nati vivi che si alzava a 29,3 per i bambini sotto ai 5 anni; il 36,4% di bambini al di sotto dei 5 anni soffre di moderata o severa malnutrizione ; nel 2012 in Indonesia i casi di mortalità causati dalla malaria erano stati 9,8 e causati dalla tubercolosi 27 casi per ogni 100.000 persone.

Nel terzo Mistero si pregherà per la conversione di chi detiene le leve del potere. "Oggi l'intolleranza religiosa fa capolino nella società. La sfida è reale e non bisogna negarlo. Negli ultimi 15 anni i governi non hanno fatto abbastanza per fermare i gruppi radicali islamici e li hanno sottovalutati. È cresciuta anche la strumentalizzazione politica della religione. I problemi sorgono quando la religione viene usata come mezzo per ottenere il potere." (arcivescovo di Giakarta Ignazio Suharyo)

Nel quarto Mistero si pregherà perché la verità ci renda liberi. Infatti, senza la ripresa di un processo negoziale, la ricostruzione corre grandi rischi di "non funzionare". E i donatori saranno accusati di usare gli aiuti in modo discriminatorio: diventeremo parti passive di conflitti che invece dovremmo affrontare in modo attivo. Altra lezione, quindi: nelle aree di conflitto, la ricostruzione non funziona se non è accompagnata da sforzi paralleli per fare riprendere un dialogo politico fra le parti. In assenza di ciò, la gestione stessa degli aiuti diventa spesso parte del conflitto.

Nel quinto Mistero si pregherà per sostenere gli operatori di pace. Caritas Sibolga opera sull'isola di Nias e nella regione di Tapanuli (provincia di Nord Sumatra). Dal 2005 Caritas Italiana ha sostenuto più di 45 progetti realizzati da Caritas Sibolga, Karina Kwi e altri partner in tutto il paese. Tra questi progetti i più significativi sono stati: ricostruzione di case a Nias e Banda Aceh dopo lo Tsunami; costruzione di vari edifici per le attività di alcune Caritas diocesane; progetti a Nias, Giogjakarta e Banda Aceh che hanno coinvolto migliaia di diversamente abili con le loro famiglie.