I capannelli dei soci Veneto Banca: "non sappiamo dove andare, siamo vittime di strozzini legalizzati"
Sabato 19 Dicembre 2015 alle 11:17 | 0 commenti
Non si risparmiano gli epiteti pesanti, i soci che sono arrivati qui ma che sono troppo scossi per rimanere ad ascoltare lo svolgersi della riunione. Sono soprattutto anziani, poco pratici di finanza, poco pratici persino della rete e sembrano in balia di loro stessi, incapaci anche di trovare un appiglio fisico per rivolgersi alle unioni di consumatori. "Non so cosa sia un class action, non ho internet a casa, ho investito in settori che mi avevano detto essere sicuri, rivoglio solo i miei soldi, avrò almeno il diritto di rivolere indietro i miei soldi?"
C'è chi è arrivato facendosi tre ore di macchina, "ma alla mia età non possono vivere con queste ansie, sono tre mesi che prendo tranquillanti per dormire la notte". C'è chi è arrivato in bici e sostiene di essere azionista "da 51 anni. È una volta non c'era bisogno della polizia, e guarda quanta c'è n'è oggi. Oggi sono qui a difendere i delinquenti, quegli strozzini legalizzati."
Noi non sappiamo prevedere il futuro di Veneto Banca, ma di certo queste persone non sono in grado di vedere un futuro roseo. Nemmeno nei tanti discorsi che si stanno facendo oggi, in cui si cerca di ridare speranza e rilanciare il futuro della Banca, anche perché queste persone non parlano il linguaggio finanziario, il burocratese e il politichese. Eppure anche il loro voto conta.
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