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Buon Natale, a chi? Alle lavoratrici Bramasole senza stipendio in attesa di risposte da Variati, Bulgarini e Sala? O a chi brama denaro? Di certo a chi a Natale "odia gli indifferenti"

Di Giorgio Langella Venerdi 25 Dicembre 2015 alle 11:01 | 0 commenti

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Di Giorgio Langella con la collaborazione di Giovanni Coviello

Buon Natale, ma  a chi? Qui da noi, e simbolicamente per tutti i trascurati o dimenticati in nome  di una legalitarismo che si applica solo con chi soffre, Buon Natale alle donne e madri, che lavoravano alla Ipab S. Camillo per la Bramasole, ora senza stipendio da tre mesi ma con sotto l'albero una non- risposta all'appello di ieri del nostro direttore al sindaco Variati e al suo vice Bulgarini d'Elci, a trovare una soluzione, sia pure transitoria e "natalizia", per  far scendere per una notte sulle loro case la cometa di un sorriso.

«La vicenda delle lavoratrici di Ipab - ci ha scritto il portavoce del sindaco - è seguita dall'assessore Sala che partecipa alle riunioni in prefettura dove viene affrontata la questione. Ho quindi girato la sua richiesta all'assessore Sala». Assessore che, ovviamente, impegnata come sarà a festeggiare il suo Natale con la sua famiglia non ha risposto neanche con un  «tanti auguri a quelel povere mamme e donne come me, solo un pizzico più sfortunate, ma ne parleremo a uffici riaperti»...

Buon Natale, ma  a chi altri allora?

Forse ai fautori dell'austerità imposta dall'Unione Europea? O ai banchieri che hanno truffato migliaia di persone? A chi è indifferente di fronte a chi muore scappando dalle guerre e dalla fame? A chi bombarda i cittadini del Donbass sventolando simboli nazisti? A chi, con la scusa del terrorismo, massacra il popolo curdo? Alla Nato che si schiera dalla parte di queste aggressioni? A chi ha finanziato i terroristi utili a combattere governi non allineati? Buon Natale, forse, a quei padroni che, in nome del proprio profitto, non si sentono responsabili di chi muore nei posti di lavoro o a causa di malattie professionali? A chi fa leggi che permettono di licenziare senza motivo e di peggiorare le condizioni di vita dei lavoratori e dei pensionati? A chi vuole distruggere la Costituzione assicurandosi il potere con leggi elettorali infami?

Buon Natale a chi?

Ai "padroni del mondo e della guerra" risulta impossibile augurare alcun bene.

A chi subisce le ingiustizie di qualsiasi tipo è meglio evitare qualsiasi augurio fatto tanto perché è tradizione natalizia sembrare più buoni (forse per questa particolare sensibilità Achille Variati, Jacopo Bulgarini d'Elci e Isabella Sala non hanno fatto gli auguri alle donne senza un euro in tasca che per anni hanno assisteto i nostri vecchi al S. Camillo e da tre mesi sono licenziate e senza stipendio...).

E, allora, impegniamoci ad aiutare concretamente chi combatte per la propria libertà in ogni parte del mondo. Schieriamoci dalla parte delle brigate popolari del Donbass, al fianco del popolo curdo e di quello palestinese. Rifiutiamoci di partecipare a guerre scatenate per vendere armi e appropriarsi delle fonti energetiche. Accogliamo chi fugge da queste guerre e dalla fame che quelli che sono i veri "stati canaglia" provocano in ogni parte del mondo.

Agiamo contro la corruzione politica, morale e culturale che ci viene imposta da chi ci vuole sudditi e non cittadini. Lottiamo perché il lavoro non sia l'elemosina di qualche padrone ma il primo diritto di ogni cittadino. Ribelliamoci per ottenere il diritto alla conoscenza, al sapere, alla salute, a vivere e lavorare in un ambiente sicuro e sano. Decidiamo da che parte stare e diventiamo partigiani. Combattendo e odiando gli indifferenti.

In un giorno come il Natale forse la parola "odio" sembra fuori luogo ma mai come oggi è adeguata alla situazione che viviamo.

 

Odio gli indifferenti
Brano tratto da "La città futura" (1917) di Antonio Gramsci

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti."


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