Azienda Zero, M5S Vicenza: rivedere e modificare progetto di legge
Sabato 26 Settembre 2015 alle 20:50 | 0 commenti
I portavoce consiglieri comunali Daniele Ferrarin e Liliana Zaltron hanno presentato un'interrogazione comunale come Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle a Sindaco e Presidente del Consiglio Comunale con la richiesta a Consiglio e Giunta della Regione Veneto di rivedere e modificare il progetto di legge regionale n.23 della decima legislatura, salvaguardando le attuali prerogative dei comuni riguardo a leggi e provvedimenti regionali in materia socio-sanitaria.
Ecco il testo:
Premesso che:
- con protocollo 13382 del 14/07/2015 è stato presentato al Consiglio Regionale del Veneto il progetto di legge regionale n.23 della decima legislatura, titolato “Istituzione dell'ente di governance della sanità regionale veneta denominato 'Azienda per il Governo della Sanità della Regione del Veneto - Azienda Zero'. Disposizioni per la individuazione dei nuovi ambiti territoriali delle aziende ULSSâ€, su iniziativa dei consiglieri Zaia, Finco e Rizzotto;
- in data 08/09/2015 e 18/09/2015, sono stati auditi i presidenti delle 21 conferenze dei sindaci delle attuali Ulss venete;
- durante le suddette audizioni, da parte dei sindaci veneti, e da più parti, nel corso delle commissioni consiliari e nei dibattiti pubblici, sono state espresse preoccupazioni per alcuni dei contenuti del progetto di legge regionale, che andrebbero ad intaccare pesantemente le attuali prerogative degli enti locali riguardo a leggi e provvedimenti regionali in materia socio-sanitaria, suscitando per di più dubbi in merito al mantenimento dell'attuale livello di finanziamento ed efficienza dei servizi sociali;
- sono state evidenziate in particolare criticità sulle seguenti questioni:
la legge regionale 56/1994, al comma 3 dell'articolo 9, prevede che le modifiche dei confini delle ULSS vengano decise per legge dal Consiglio regionale, “sentiti gli enti locali interessatiâ€, ovvero comuni e province o città metropolitana coinvolti dal cambiamento dei confini. A tale proposito, il progetto di legge presentato, all'articolo 21, vorrebbe eliminare tale importante prerogativa degli enti locali, togliendo loro la possibilità di far conoscere al Consiglio regionale il punto di vista di chi vive concretamente la realtà quotidiana dei vari territori del Veneto;
nello stabilire i confini delle nuove ULSS è stata operata la scelta di seguire semplicemente i limiti delle province, un ente i cui confini non è detto corrispondano sempre ai reali bacini di utenza dei vari presidi ospedalieri. Anche su questo si è scelto di agire prescindendo da una preventiva consultazione del territorio attraverso i comuni;
in base al progetto di legge regionale di cui all'oggetto, le nuove ULSS avrebbero al loro interno più conferenze dei sindaci, una per ognuna delle ULSS attuali, e i presidenti delle ULSS attuali andrebbero a comporre l'esecutivo delle nuove ULSS provinciali.
Di fatto non vi sarebbe più una istituzione di rappresentanza unitaria per tutti i sindaci di una provincia, facenti capo alla nuova ULSS, in merito alla materia socio-sanitaria.
Inoltre non è chiaro né se dovrebbero continuare a sussistere gli esecutivi delle ULSS attuali, né se le nuove ULSS provinciali debbano o possano eleggere un proprio presidente, né le modalità con le quali verrebbe espressa la valutazione annuale dei nuovi direttori generali delle ULSS su base provinciale da parte delle conferenze dei sindaci. In base al sistema preconizzato, infatti, ogni direttore generale verrebbe valutato, riguardo “alla qualità ed efficacia dell’organizzazione dei servizi socio-sanitariâ€, da più conferenze dei sindaci, senza chiarire quale peso verrebbe assegnato alle valutazioni delle varie conferenze;
nel testo del progetto di legge non appaiono chiaramente definite le modalità con le quali le funzioni di “programmazione†della prevista Azienda Zero dovrebbero interagire con le linee di indirizzo definite dalle conferenze dei sindaci per l'impostazione programmatica delle attività delle ULSS, ai sensi dell'articolo 3 comma 3 della L.R. 56/1994; tanto più che, come sopra esposto, ogni ULSS dovrebbe tener conto degli indirizzi stabiliti da più conferenze dei sindaci insistenti nel territorio;
l'abolizione della figura del direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale farebbe mancare ai comuni un importante punto di riferimento per quanto riguarda la gestione dei servizi sociali. La sostituzione di questa figura con un “Coordinatore dei servizi socialiâ€, che risponderebbe al direttore sanitario, fa temere il passaggio in secondo piano dell'area del sociale, preludio a un suo possibile ridimensionamento e sottofinanziamento;
il tipo di riorganizzazione previsto per le ULSS fa temere anche per il futuro dei piani di zona. Sarebbero necessarie rassicurazioni in merito alla continuità dell'efficacia di questi importanti strumenti di pianificazione dei servizi sociali. Infatti, in base al progetto di legge regionale proposto, i piani di zona di livello intercomunale dovrebbero svolgersi in ambiti territoriali corrispondenti alle province, un'area molto più ampia di quella attuale, nella quale le diversità territoriali rischiano assumere una minor rilevanza;
nell'articolo 18 del p.d.l.r. 23, si prevede che le attuali ULSS diventino distretti sociosanitari, mentre i vecchi distretti diverrebbero “articolazioni organizzative del distrettoâ€. All'atto pratico, non è chiaro quali compiti manterrebbe e quali perderebbe un'â€articolazione organizzativa di distrettoâ€, rispetto ad ora che la stessa area è classificata come “distrettoâ€;
non è prevista nel nuovo ente la partecipazione dei comuni alle attività di controllo e di programmazione, che potrebbe essere assicurata attraverso strumenti che già esistono, in particolare le Conferenze dei sindaci e la Conferenza regionale permanente per la programmazione sanitaria e socio sanitaria. Tale partecipazione potrebbe ad esempio esplicitarsi attraverso la nomina, per mezzo delle suddette conferenze, di un componente del Comitato d'indirizzo e/o del Collegio sindacale.
Visto che:
- ai primi di settembre è stata inviata ai comuni una richiesta di parere in merito alla modifica dell'ambito territoriale dell'unità locale socio-sanitaria di appartenenza, ai sensi dell'articolo 9 commi 3 e 3bis, della L.R. 56/1994, che prevede una risposta da parte dell'ente interpellato entro il termine di sessanta giorni dal ricevimento della richiesta.
Considerato che:
- stando a quanto riportato nell'attuale versione del p.d.l.r. 23, se venisse abolito il comma 3 dell'articolo 9 della L.R.56/1994, le missive inviate nella presente occasione potrebbero essere le ultime nelle quali viene chiesto un parere ai comuni in merito alla variazione dei confini delle ULSS, conferendo alla presente consultazione un carattere di particolare importanza, quale giudizio definitivo di conclusione di un'esperienza di concertazione tra Regione ed enti locali vicini ai cittadini;
- le audizioni dei presidenti delle conferenze dei sindaci in merito al p.d.l.r. 23, di fronte alla quinta commissione del Consiglio regionale, sono avvenute in gran fretta, con poco tempo a disposizione sia per la disamina del progetto di legge da parte delle singole amministrazioni comunali, sia per ascoltare i pareri dei presidenti delle conferenze;
- per tale motivo, in occasione delle audizioni in commissione regionale, non è stato permesso ai sindaci di esporre in modo esaustivo il proprio punto di vista, né è stato dato loro il tempo di confrontarsi con la cittadinanza in merito alla riorganizzazione proposta per il sistema socio-sanitario veneto e per le ULSS;
- tali modalità di azione rafforzano ulteriormente il timore che si voglia limitare il più possibile la voce delle amministrazioni comunali e dei cittadini per quanto riguarda la sanità e i servizi sociali nel proprio territorio.
Ritenuto che:
- sia assolutamente necessario recuperare, mantenere e incrementare le prassi di consultazione e collaborazione tra Regione, enti locali e cittadini dei vari territori, al fine di garantire il permanere delle caratteristiche peculiari del sistema socio-sanitario veneto.
TUTTO CIÃ’ PREMESSO E CONSIDERATO, IL CONSIGLIO COMUNALE
impegna il Sindaco e la Giunta a sollecitare Consiglio e Giunta della Regione Veneto a rivedere il progetto di legge regionale n.23 della decima legislatura, in particolare nelle parti che riducono o eliminano le competenze dei comuni, citate in premessa al presente atto e considerate parti integrali ed essenziali dello stesso;
impegna altresì l'amministrazione comunale a offrire ai cittadini occasioni di informazione e dibattito sul progetto di legge regionale in oggetto, che potrebbe rivoluzionare completamente la sanità e i servizi sociali del Veneto.Accedi per inserire un commento
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