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Investire in Borsa nel 2018, attenzione ai tassi di interesse

Di VicenzaPiù Lunedi 30 Ottobre 2017 alle 17:40 | non commentabile

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Nel 2018 il mercato azionario a livello globale, dall'Europa all'Asia e fino ad arrivare a Wall Street, sarà chiamato a fare i conti con l'obbligazionario che, in molti casi, potrebbe tornare ad essere appetibile in termini di rendimenti. Gli investimenti in Borsa, descritti e spiegati in maniera dettagliata su InvestireInBorsa.me, devono essere infatti pianificati sempre con un'ottica di medio e di lungo periodo in quanto solo in questo modo le azioni possono esprimere il loro potenziale di crescita al netto della volatilità.

Wall Street, dopo dieci mesi tutti in salita, si trova attualmente sui massimi storici e non si intravedono per ora rischi di attivazione di una lunga fase di ribasso. Pur tuttavia, prima o poi gli investitori istituzionali ed i grandi fondi di investimento dovranno necessariamente consolidare i guadagni, e per farlo si affideranno alla rotazione settoriale e ad una maggiore diversificazione degli asset. In quest'ultimo caso a salire in cattedra potrebbe essere proprio l'obbligazionario in quanto, ad esempio, i futuri rialzi dei tassi americani non faranno altro che rendere ancora più attraenti, in termini di rendimenti, i titoli di stato a stelle e strisce.
Ci vorrà un po' più di tempo in Europa, invece, per vedere l'obbligazionario offrire rendimenti appetibili al punto tale da scatenare la corsa all'acquisto da parte dei grandi investitori. E questo perché recentemente il Presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi ha confermato il quantitative easing sebbene questo proseguirà con un dimezzamento del controvalore mensile.
Ma perché la Bce non vuole archiviare del tutto le misure di stimolo? Ebbene, proprio il Presidente Mario Draghi, nel confermare la ripresa dell'economia nell'Ue, ha anche fatto presente come l'inflazione in Europa si mantenga al di sotto del target del 2%, ragion per cui il quantitative easing proseguirà e con ogni probabilità si concluderà in maniera graduale solo nel 2019. Questo significa anche che nel 2018 in Europa non ci saranno sorprese sul costo del denaro che continuerà a mantenersi su livelli eccezionalmente e storicamente molto bassi.
Diverso, come sopra accennato, è invece lo scenario negli Stati Uniti dove la Federal Reserve, anche se non è dato per certo, potrebbe aumentare il costo del denaro di un altro quarto di punto prima che finisca il 2017. Dopodiché, se le previsioni sull'inflazione e sul mercato del lavoro negli States saranno confermate, allora nel 2018 la Banca centrale americana aumenterà i tassi di interesse per altre tre volte. E questa almeno la previsione che, un'intervista che è stata rilasciata al Wall Street Journal, è stata formulata da Patrick Harker che attualmente è il presidente della Federal Reserve Bank of Philadelphia.
Presto, tra l'altro, a guidare la Federal Reserve potrebbe esserci un nuovo presidente. Ad oggi, infatti, è tutt'altro che scontata le decisione di Donald Trump di affidare ancora a Janet Yellen la guida per un secondo mandato. La scelta, in ogni caso, sembra essere circoscritta, per il presidente degli Stati Uniti, a due, massimo tre nomi.

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