Il bello del Veneto su L'Espresso: manca solo Vicenza. Distratti l'anti suburra Bulgarini e Zigliotto, sodale della "fu suburra" BPVi?
Sabato 10 Ottobre 2015 alle 12:34 | 1 commenti
 
				
		Sul Dossier Veneto che a cura di Valeria Palermi compare su L'Espresso in edicola in questa settimana ben otto pagine ci raccontano quella che in copertina, giustamente per noi che ci sforziamo di ne coglierne alcun aspetti locali, è definita «L'Arcadia moderna. Una terra che non smette di stupire per le sue bellezze. E un territorio capace di rinascere da ogni crisi. Grazie a un tessuto produttivo unico».
Se le "particolarità " industrali sono riportate in un'analisi a firma della veneta Paola Pilati, sotto il titolo "Quattro pilastri: così il treno riparte" c'è un testo interessante in cui spicca, però, l'assenza di un qualunque riferimento a quella che dovrebbe essere la provincia più industrializzata della Regione, la nostra Vicenza, che, quindi pare esclusa dal senso del sommario: «Dalla cultura del "saper fare" a quella del "far sapere". Per uscire dalla crisi è questa la sfida che attende il Nord Est. Che punta su turismo, meccanica, abbigliament, vini». E questo, se non ci troviamo di fronte a una veneta, Paola Pilati, anti vicentina, avviene con sommo disdoro delle PR confindustriali che sembra abbia trascurato, a favore dei suoi spot sulla sua stampa per far acquistare azioni della BPVi a prezzi di affezione, il presidente di Confindustria, l'etico Giuseppe Zigliotto, indagato proprio per i suoi consigli da "esperto" che hanno contribuito a coprire la locale vecchia "suburra" bancaria.
L'oblio di Vicenza, però, non finisce in ambito industriale ma sotto il titolo «Non solo Venezia: le altre vie dell'arte» e sotto il sommario «Borghi murati, castelli, ville nobiliari, siti archeologici, antiche città . Da Conegliano ai Colli Euganei. È bello perdersi nella provincia felix, fuori dai sentieri più battuti», la collega Luisa Taliento, esperta, si legge sull'onnisciente web, del settore dei viaggi e delle sue declinazioni (benessere, food, design), cita almeno un luogo di tutte le province, ma proprio tutte, meno Vicenza...
Delle due l'una: o Taliento non sa che Vicenza, con la Basilica Palladiana, il Teatro Olimpico, la Rotonda e così via sta in Veneto, oppure il nostro assessore alla crescita, con delega a cultura e turismo, ha dedicato ultimamente più tempo a descrivere i mali della Suburra piuttosto che a esaltare le bellezze palladiane. Magari facendo qualche colpo di telefono in più, oltre che qualche colpo di testa in meno.
Jacopo Bulgarini d'Elci è sicuramente un ragazzo intelligente, sono sincero, ma il suo ego dovrebbe modularlo un po' di più a somiglianza del suo grande mentore e navigato maestro Achille Variati, se fosse vero che voglia provare a succedergli.
E allora gli proponiamo un temino facile facile per un maestro della comunicazione quale lui è ma, per ora, solo per conto terzi e portato, talvolta, a esaltare le colpe altrui, come per la Rai che dimentica anche lei "Vicenza, la Grande Bellezza", dimenticando, però e visto che i casi di oblio si succedono, le proprie pigrizie o mancanze di feeling comunicativo.
Legga Jacopo quello che di seguito ha scritto Luisa Taliento e, magari, le scriva due righe illustrandole le bellezze di Vicenza da riportare nel suo prossimo scritto, senza magari insultarla.
A meno che anche lei non animi le tristi notti della Suburra.
Non solo Venezia: le altre vie dell'arte
Borghi murati, castelli, ville nobiliari, siti archeologici, antiche città. Da Conegliano ai Colli Euganei. È bello perdersi nella provincia felix, fuori dai sentieri più battuti 
di Luisa Taliento, da L'Espresso
Andare oltre Venezia.
La bellezza, la storia, le sue pietre antiche. Lasciare il noto per l'inconsueto, da scoprire nella provincia felix. È qui, infatti, che si spalanca un mondo variegato fatto di archeologia, borghi murati, castelli, ville nobiliari, eleganti città d'arte. Si può cominciare dai portici dell'antica Contrada Grande, a Conegliano Veneto. Oggi corrisponde a via XX Settembre, il fulcro estetico della città , una sfilata di palazzi signorili scolpiti fuori e riccamente affrescati all'interno. In questo tratto di bellezza, tra le dimore più antiche c'è quella di Giovanni Battista Cima, che ospita la Fondazione che porta il nome dell'artista. Una delle sue opere più importanti, la pala d'altare che raffigura la Madonna col bambino e angeli, realizzata nel 1493, è custodita all'interno del Duomo. Più che un pittore è stato un poeta del paesaggio, amato da Zanzotto e Pasolini. Un'idea armoniosa che si percepisce percorrendo quel lembo di terra che sono le colline del Cartizze, fino a raggiungere Rua e San Pietro di Feletto, con la Pieve Romanica, e il Molinetto della Croda, a Refrontolo, angolo suggestivo della Marca Trevigiana (marcatreviso.it). Con quasi quattro secoli di storia, questo mulino ad acqua ancora funzionante è aggrappato sulla roccia nuda, la "croda" di montagna, ed è il punto di partenza di percorsi naturalistici, con la colonna sonora del fiume e della cascata. Le note di musica sacra riempiono invece l'Abbazia di S. Maria Follina, antico complesso cistercense del XII secolo. Qui si esibiranno, il 6 novembre, i Filarmonici di Roma e Uto Ughi. Per l'occasione, il violinista si esibirà con un Guarnieri del Gesù del 1774, dal suono caldo e potente, e uno Stradivari del 1701, chiamato Kreutzer, perché appartenuto all'omonimo violinista cui Beethoven aveva dedicato la famosa Sonata (concertoutoughi.it).
Ville di ozio e delizia
E di  nuovo cambia lo scenario. È il verde qui a farla da padrone, interrotto  solo dalle ville sparse alle pendici delle colline. La più bella, di  proprietà del Fai, è Villa dei Vescovi (visitfai.it). Costruita nel  1542, a Luvigliano di Torreglia, nei Colli Euganei (Padova), per offrire  al vescovo una fresca dimora per la sua villeggiatura estiva. Il suo  sguardo si perdeva tra campi coltivati, vigneti, frutteti orti, che  ancora oggi compongono questo scenario. Piante che in inverno si  caricano di mele cotogne e melograni, nel parco che fa parte della  collezione de "I Grandi Giardini Italiani". Poi si risalgono le  scalinate in pietra e si accede ai saloni del piano nobile, affrescato  nel Cinquecento da Lamberto Sutris, l'artista fiammingo portavoce della  corrente post-raffaellesca. È possibile immergersi in questa magia dopo  il tramonto, quando le visite sono terminate, e ci si può godere la  villa fermandosi a dormire nella foresteria, in cui sono stati ricavati  due appartamenti, la Mansarda del vigneto e quella del frutteto. Per chi  ama perdersi tra labirinti di bossi verdi, specie botaniche, fioriture  multicolore e cespugli di erbe aromatiche profumatissime, c'è il  Giardino Monumentale di Valsanzibio, a Galzignano Terme  (valsanzibiogiardino.it) vicino a Padova. Abbraccia come un elegante  abito verde Villa Barbarigo Pizzoni e quest'anno festeggia un compleanno  speciale: il numero 350. Un peso secolare portato con leggerezza grazie  a fontane, terrazze, grotte e statue scolpite nella pietra d'Istria.
E in mezzo scorre il fiume 
La  partita a scacchi tra l'uomo e la natura si gioca nella provincia di  Rovigo, un mosaico di zone coltivate, valli da pesca, vie di terra e di  acqua. Da scoprire lentamente, in bicicletta, grazie al progetto  Polesine Rovigo Ciclabile, 12 itinerari tra l'Adige e il Po. Questa è la  stagione migliore per esplorare i fiumi in barca, partendo da Porto  Tolle verso la Sacca di Scardovari, nel regno della pesca delle vongole  veraci, degli allevamenti di cozze e ostriche, per poi addentrarsi nel  dedalo dei canneti osservando gli uccelli e le lagune. Che fino alla  fine di novembre assumono un colore rosso intenso, per la presenza di  sale nel suolo (parcodeltapo.org). La storia di questa terra si può  conoscere al Museo Regionale della Bonifica, allestito in un'antica  idrovora restaurata, a Taglio di Po (fondazionecavendramin.it). Anche il  Museo dei Grandi Fiumi, all'interno del monastero olivetano di San  Bartolomeo, a Rovigo, è uno dei più importanti centri di divulgazione  del patrimonio archeologico, etnografico, ambientale del territorio  polesano. La città, aristocratica e schiva, si prepara al grande evento  del 2016: una mostra su Gauguin e la sua influenza sugli artisti  italiani ed europei. Per l'occasione, le sale di Palazzo Roverella  ospiteranno anche opere di Van Gogh, Felice Casorati, Gino Rossi e Mario  Cavaglieri, che nacque a Rovigo nel 1887, il pittore-dandy, da poco  riscoperto, che dopo i successi delle Biennali e dei salon parigini si  ritirò a vivere nella campagna francese (palazzoroverella.com).
Sentieri silenziosi lungo la via dei papi
La  provincia bellunese ha tanti genius loci. C'è Belluno, che per Dino  Buzzati era la "piccola Venezia delle montagne", l'incantevole città  fortificata di Feltre, Cortina d'Ampezzo e Arabba, protagoniste della  stagione sciistica. E poi c'è un volto ancora tutto da scoprire: quello  dei sentieri spirituali, un insieme di cammini silenziosi, chiamati "La  Via dei Papi" (viadeipapi.org), scelti da Giovanni Paolo II e da  Benedetto XVI per periodi di riposo e preghiera. Sentieri immersi nei  boschi che svelano le Dolomiti bellunesi, protette dall'Unesco, ma anche  le architetture di un'Italia minore, che non smette mai di sorprendere.  Come l'ecclettismo ottocentesco del Castello Mirabello, a Lorenzago di  Cadore, o il bel restauro conservativo dell'ex sito minerario di Valle  Imperina, attivo nell'estrazione e lavorazione del rame dal XV secolo  fino alla seconda metà dell'Ottocento. La Valle del Biois è punteggiata  da "tabià", case rustiche che risalgono al Cinquecento, oltre a chiese e  al Museo Augusto Murer, che custodisce una ricca collezione di opere e  disegni dello scultore-partigiano (museomurer.it). E poi ci sono  gioielli dell'arte sacra, come la Basilica dei Santi Vittore e Corona.  Un tempo i pellegrini ci arrivavano in ginocchio, risalendo la collina e  la lunga scalinata grigia. Costruito più di nove secoli fa, è uno  spettacolo di colori, stili e culture diverse. Dagli affreschi  d'ispirazione giottesca alle influenze orientali del loggiato, fino  all'Ultima cena "alla bellunese" imbandita con gamberi di fiume. Riserva  delle belle sorprese anche la Certosa di Vedana, che farà da sfondo al  nuovo film ambientato durante la Grande Guerra al quale sta lavorando la  Dual Frame Production, giovane casa cinematografica bellunese, e che  vedrà la luce il prossimo anno. 
Archeo-tour nella bassa
La  Bassa veronese, abitata sin dal Neolitico, è stata invece un luogo di  passaggio, di sosta e di conflitti tra Veneti, Celti, Romani  (archeoveneto.it). Storia che ha lasciato siti archeologici a cielo  aperto, necropoli, antichi insediamenti, con importanti campagne di  scavo in cui sono stati ritrovati reperti preziosissimi, dal X al V-IV  secolo a. C. Molti sono custoditi al Deposito Museale di Oppeano, paese  sede di un antico insediamento sull'Adige, attraversato dalla cosiddetta  "via dell'Ambra", che dal Mare del nord era diretta all'Adriatico,  secondo i percorsi del fiume. Si torna indietro nel tempo anche in  Valpantena, dove si trova l'ipogeo romano di Santa Maria in Stelle,  antico luogo di culto sotterraneo, oggi sovrastato da una chiesa, con  affreschi di epoche diverse. E poi ci sono le grotte preistoriche,  quella Fumane, del Riparo Tagliente e del Ponte di Veja, un grandioso  monumento della natura, ciò che rimane di una grotta carsica erosa  dall'acqua. Scenario che pare abbia ispirato Dante Alighieri per la  descrizione delle Malebolge nella Divina Commedia, nonché il pittore  Andrea Mantegna, che lo richiamò più volte nei suoi dipinti. 
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