Succede ora a Bologna (e non solo): "l'appello agli studenti" nel 1943 di Concetto Marchesi, rettore dell'Università di Padova
Sabato 11 Febbraio 2017 alle 09:43
 Leggo dei disordini all'Università di Bologna per la questione degli accessi "limitati" da tornelli e "permessi vari" alla biblioteca universitaria. Ho sempre pensato che l'università e la scuola tutta, debbano essere luoghi aperti, accessibili a tutti quelli che vogliono sapere, imparare, discutere liberamente. Ritengo anche che ci siano altri modi di impedire eventuali prevaricazioni e azioni criminali o delinquenziali ("emergenze", che poi vengono consolidate con la "normalità dell'abitudine", che giustificano spesso limitazioni ai diritti e alle libertà collettive e individuali) con le quali si giustificano l'uso della forza e la violenza contro le manifestazioni e le occupazioni da parte di chi protesta. In poche parole, ribadisco, i luoghi dove si costruisce cultura devono essere usufruibili a chiunque, un diritto che dovrebbe essere incentivato per garantire la libertà di accedere al sapere. Per questo i fatti di Bologna mi spaventano e mi inquietano.
Continua a leggereDove fare l'università? Studentesse vicentine in viaggio verso Milano spiegano perché vogliono studiare fuori città
Lunedi 15 Febbraio 2016 alle 16:34
La scelta dell'università è una cosa spesso difficile e complicata. Cosa studiare? In che città andare? Non sempre i neo diplomati studiano nella città in cui vivono. Anzi, è da quando si ha memoria che molti "migrano", andando in metropoli, città famose per la vita mondana, per i locali, i negozi e la vita frenetica da grande città . Ma per quale motivo i giovani sentono l'esigenza di andare via da casa, da amici, dai genitori, dal fidanzato o fidanzata?
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